Potrebbero arrivare anche dal telefono della vittima le risposte sull’omicidio di Salvatore Postiglione, il muratore 56enne ucciso giovedì mattina a coltellate in un parcheggio della zona industriale La Paciana. Gli inquirenti indagano a tutto campo, ma si sono concentrati sulla pista della lite sul lavoro, quindi qualche dissapore in cantiere che potrebbe essere degenerato in tragedia. Il telefono della vittima potrebbe aiutare alla soluzione del caso grazie all’analisi delle chat, delle telefonate e delle localizzazioni delle celle agganciate. Il tutto per ricostruire gli spostamenti di Salvatore e come mai possa essere arrivato prima dell’appuntamento con i colleghi al parcheggio. Luogo dove, probabilmente, aveva invece un appuntamento con il suo assassino. Le luci del Commissariato di via Garibaldi sono rimaste accese fino a tarda serata, ieri. Il procuratore capo Claudio Cicchella, il sostituto Vincenzo Ferrigno, la responsabile della Squadra Mobile Maria Assunta Ghizzoni e il vicequestore Adriano Felici indagano senza sosta per chiudere il caso.
Venerdì è stato sentito per due volte la persona con la quale l’uomo avrebbe avuto il dissidio. Raccolta di testimonianze inserite nell’attività istruttoria, certo, ma che comunque evidenziano una chiara direzione presa dagli inquirenti. Da sottolineare infatti come la moglie di Salvatore, la signora Graziella, abbia riferito di qualche diverbio sul lavoro con una persona. Che l’unica cosa che faceva arrabbiare Salvatore fosse qualcuno che beveva un po’ troppo al lavoro lo conferma anche l’avvocato della famiglia, Alberto Maria Onori: un esempio di diligenza di chi, diventato ormai capo cantiere, deve pensare a tutelare sicurezza e incolumità dei lavoratori. Questa potrebbe essere la cornice in cui è maturato il delitto.
Ieri è stata un’altra giornata di super lavoro, con gli inquirenti abbottonatissimi, con la consapevolezza della delicatezza del momento. Si attendono elementi anche dall’autopsia, che non è stata ancora fissata. Per ora c’è la nomina di una consulente radiologa per l’esecuzione di una Tac sul corpo della vittima. Esame che potrebbe fornire ulteriori elementi agli investigatori.