Foligno (Perugia), 9 novembre 2024 – Sotto torchio un collega della vittima. Si stringe il cerchio intorno all’assassino di Salvatore Postiglione, l’operaio 56enne ucciso intorno alle 6.30 di giovedì in un parcheggio della zona industriale La Paciana. Il magistrato Vincenzo Ferrigno della Procura di Spoleto, con le indagini della squadra mobile di Perugia e della polizia di Foligno, continua a lavorare: ieri sono ascoltati colleghi, familiari e amici. Il focus è ovviamente sull’ambiente lavorativo e sui rapporti di Postiglione negli ultimi 20 giorni. Tra le persone interrogate anche un collega di Salvatore, un muratore di origini albanesi, che il procuratore capo Claudio Cicchella ha voluto ascoltare personalmente. Potrebbe essere lo stesso che lavorava con lui in un cantiere a Nocera Umbra. Si scava nell’ambiente di lavoro, d’altronde l’uomo è stato ucciso in un parcheggio dove si doveva recare per recuperare gli operai per poi andare in cantiere, quello potrebbe essere il contesto. Come non si può escludere che ci possa essere stata una lite con qualcuno e che questi abbia voluto vendicarsi, sapendo che a quell’ora Postiglione si sarebbe trovato lì.
Tutto è ancora sul tavolo. Ad avvalorare l’ipotesi alcuni elementi. Intanto il video delle telecamere di sorveglianza del ‘Residence la Louviere’ che ha ripreso la scena del delitto: l’uomo che scende dall’auto, l’aggressione e il tentativo di fuga. Complice la nebbia e la lontananza dei soggetti, dalle immagini non si vede l’identità dell’assassino, che sarebbe addirittura a volto coperto, con un cappello o un passamontagna. Salvatore però conosceva l’assassino. Altro elemento che emerge è la questione dell’orario dell’appuntamento: stando alle dichiarazioni dei colleghi, Postiglione sarebbe arrivato almeno un quarto d’ora prima deviando dal solito tragitto. Infatti al momento dell’aggressione non c’era ancora nessuno sul posto. Intanto però il fascicolo è aperto contro ignoti e non ci sono indagati.
“Stiamo lavorando per mettere ordine al materiale probatorio”, riassume lapidario il procuratore capo Claudio Cicchella che segue da vicino le indagini. La salma di Salvatore Postiglione è ancora a disposizione degli inquirenti. Le coltellate ricevute sarebbero state anche più di tredici , sintomo di una chiara furia omicida . I fendenti lo hanno colpito soprattutto all’addome e alla schiena, ma anche agli arti superiori, probabilmente in un estremo tentativo di difesa. La morte, da un primo esame, sarebbe arrivata per emorragia, provocata dalle coltellate. A trovare Postiglione agonizzante, giovedì mattina all’alba, sono state due operatrici delle pulizie che si stavano recando a lavorare negli uffici del vicino sindacato. Lo hanno visto riverso a terra in una pozza di sangue e hanno chiamato il 118. L’ambulanza è arrivata sul posto rapidamente, data anche la vicinanza all’ospedale, ma l’uomo è morto poco dopo aver varcato la soglia del San Giovanni Battista e a poco sono serviti i tentativi di salvarlo. Acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e effettuate tutte le verifiche per rintracciare l’arma del delitto, che ancora non si trova. Da capire anche come l’assassino possa essere scappato, se a piedi o in auto e in che direzione. L’imbocco della superstrada, d’altronde, è vicino e potrebbe aver agevolato la fuga.