ERIKA PONTINI
Cronaca

Sollecito, la Chiatti e il Rettore, i nomi umbri in un archivio segreto

E’ stato recuperato negli uffici perugini. S’indaga sul dossieraggio

Valeriano Mureddu, il sardo dei misteri, a Perugia con il suo avvocato Francesca Pieri

Perugia, 3 aprile 2017 - Da Raffaele Sollecito a Sonia Marra, da Gabriella Ottaviani, meglio nota come ‘lady crac’ all’imprenditrice Luisa Todini. Da Alessandro Gaucci all’ex pugile Marco Presciutti all’ex patron del Perugia Leonardo Covarelli. E poi Dino De Megni, don Lucio Gatti (l’ex prete inquisito), un Antonio Reppucci che potrebbe essere l’ex prefetto perugino dello scandalo sulle ‘mamma dei drogati’. Ma anche aziende, come la Umbria Olii del maxi-rogo.

E poi i nomi di manager, prelati, magistrati, politici, avvocati, anarchici, capi di stato stranieri, inquisiti illustri, qualche militare (come «Ultimo», e i generali Mario Mori e l’umbro Rolando Mosca Moschini) e persone scomparse. Anche giornalisti. Compreso chi scrive e i colleghi Giuseppe Di Blasio (già vice della redazione umbra de La Nazione, Fabrizio Paladino e Gianmarco Chiocci). In tutto 3.700 fascicoli che fanno parte del dossieraggio illegale scoperto dalla guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta sull’asse Arezzo-Perugia su Valeriano Mureddu che costò al sardo dei misteri un’iscrizione a Perugia per violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete (ma dell’inchiesta si occupa la squadra mobile del capoluogo umbro).

Andiamo con ordine. Esattamente un anno fa – l’informativa è datata 1 aprile 2016 – il Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Arezzo, su delega del procuratore Roberto Rossi e di un pool di tre sostituti, fa irruzione negli uffici perugini di Giuliano Michelucci in via Luigi Catanelli 122 e in via Strozzacapponi 163/b. I finanzieri trovano 3.700 fascicoli, documentazione indicizzata in un registro informale con l’indicazione del nome e cognome, oppure la società o l’argomento e una sigla di appartenenza. (Te: terrorismo; Ss: servizi segreti; Sc: scuola; Tr: truffe; Rs: reati sanitari.... ). All’interno dei singoli fascicoletti gli investigatori trovano atti di polizia giudiziaria, articoli di quotidiani nazionali e locali ma anche corrispondenza varia. C’è un pò di tutto. Dalle banche estere, alle Logge, dalle sette alle ‘Forze di polizia in Italia’. Dall’Ordine dei Vampiri a quello di ‘Merlino’.

«si può ragionevolmente ritenere – scrive il maggiore Peppino Abruzzese – che è stata posta in essere a cura di Michelucci una diffusa attività di dossieraggio a carico di persone fisiche e giuridiche». Niente a che fare con i più noti e organizzati archivi segreti scoperti negli anni ma comunque un’attività – per quanto raffazzonata – anomala. E, probabilmente, secondo i magistrati con profili di carattere penale.

Molti sono nomi ‘noti’. Compresi illustri scomparsi come Renato De Pedis della Banda della Magliana o il giornalista assassinato nel ’79 Carmine Pecorelli (che nel dossier viene indicato, sbagliando come Nino, invece che Mino) e Pietro Pacciani. In mezzo alcuni umbri. Tra gli scomparsi oltre a Sonia Marra anche Barbara Corvi e Fabrizio Catalano. C’è poi Pietro Pala con accanto la sigla ‘criminalità’ che potrebbe essere il sardo condannato per l’omicidio del carabiniere Donato Fezzuoglio. E ancora Gabriella Carlizzi la scrittrice che si occupò del caso-Narducci e Elisa Benedetti (probabilmente si tratta della ragazza morta a Perugia nel 2011).

Il fascicolo 3074 porta il nome di Giovanni Paciullo (accanto la sigla scuola) e quindi potrebbe trattarsi del Rettore della Stranieri ma anche l’attrice umbra Laura Chiatti. Al numero 2079 compare anche quel Luciano Aviello, pentito, sentito nel processo per l’omicidio di Mez Kercher mentre il 2078 «Umbria Iva evasa 2010». Il 2798 è dedicato a Manlio Cerroni, il re dei rifiuti ex numero uno di Gesenu. A cosa serviva l’archivio e perchè saranno le indagini a dirlo.