REDAZIONE UMBRIA

"Nei locali si cerca il contatto: distanziare è impossibile"

I titolari dei posti ’assimilati’: ’Per quest’anno non si balla per non mettere a rischio la salute’. Faliero: "Noi iniziamo il dancing a ottobre".

"Non avrebbero dovuto mai riaprire le discoteche, è difficile poter mantenere le distanze in un locale dove il cliente cerca la prossimità con l’altro, anche solo ballando". Alessandro Minuti è un organizzatore di eventi che da anni si occupa anche dello storico Sualzo Beach, il lido a Passignano sul Trasimeno che, oltre a servizi ristoro, chioschi e piscina, organizza serate disco durante la stagione estiva e che rientra fra i "locali assimilati" a discoteche e sale da ballo finite nella stretta del Ministero.

"Abbiamo preso la licenza di pubblico spettacolo nel 2013, non siamo una discoteca, ma uno stabilimento balneare che offre anche questo tipo di intrattenimento. Vista la situazione attuale, abbiamo comunque deciso di interrompere l’attività di discoteca al fine di garantire la sicurezza per gli avventori e per chi ci lavora – continua Minuti - La struttura è aperta e non ha subito interruzioni, semplicemente non facciamo eventi che prevedano musica con ballo".

"Avevamo riadattato la struttura alle imposizioni anti Covid come, ad esempio, punto di ingresso e di uscita, distanziamento, nuova capienza. Poi è scattata l’ordinanza del Sindaco Pasquali, ma ormai avevamo già deciso di non proseguire con questo tipo di eventi per non mettere a rischio la salute collettiva". Unica amarezza? - chiosa – Non aver ricevuto alcun ausilio per affrontare l’emergenza. Eppure ci sono costi da affrontare come affitti, tasse, utenze e fornitori. Per adesso avevamo in programma una ventina di eventi disco, ed è un mancato introito anche questo".

Stessa sorte per il Privilege Club di San Martino in Colle, locale assimilato alle sale da ballo che viene affittato ad uso privato a tutti quei clienti che vogliono organizzare feste di laurea, cerimonie varie, serate con musica dj set. "Dall’inizio del lockdown non è stato più riaperto. Troppo rischioso. Così abbiamo disdetto tutto per evitare potenziali rischi di contagio". Anche Faliero, altro immancabile punto di approdo per gli amanti della cucina umbra, organizza serate di dancing e liscio, ma solo per i mesi invernali. "Abbiamo letto l’ordinanza la sera del 16 agosto – racconta il titolare Luca Baldoni – ma la nostra stagione di dancing inizia ad ottobre e termina a maggio e con l’emergenza sanitaria l’abbiamo dovuta interrompere già a marzo scorso. Per ora abbiamo fatto solo qualche cena con musica di sottofondo per i nostri clienti, nulla più. Dobbiamo ancora capire cosa ci riserverà il futuro, ma noto molte contraddizioni a cominciare dall’uso della mascherina obbligatoria dalle 18. Perché solo in orario serale e non tutto il giorno?".

C’è anche chi, pur non prevedendo serate danzanti all’interno del proprio locale, ha deciso di non riaprire ancora come accaduto per il Punto Live, locale in centro storico inaugurato il 29 gennaio e chiuso poco meno di un mese dopo. "E’ un posto che privilegia la vicinanza tra avventori ed era impossibile garantire il distanziamento sociale – sottolinea il titolare Gianni Segoloni, proprietario del Bistrot in piazza Matteotti- Ci è sembrato l’unico gesto responsabile da fare. Senza dimenticare che ancora c’è reticenza nell’indossare la mascherina, noi lo vediamo ogni giorno".

Valentina Scarponi