
di Sofia Coletti
PERUGIA
"Un’emozione immensa, indescrivibile. L’ultimo concerto a Perugia l’ho diretto cinque anni fa. E stasera finalmente torno a casa". Nil Venditti è pronta: giovane direttrice d’orchestra perugina dal talento cristallino e una carriera internazionale in fortissima ascesa, Nil è la protagonista del nuovo concerto della Sagra Musicale Umbra: questa sera alle 19 al Teatro Morlacchi sarà lei a dirigere l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e la pianista Mariangela Vacatello. Vincitrice nel 2015 del premio Abbado, vanta a 26 anni una carriera strepitosa: attualmente è direttore ospite principale dell’Orchestra della Toscana e ha relazioni con le principali orchestre europee. Grintosa, sensibile, esuberante, si racconta con entusiasmo travolgente.
Che effetto fa dirigere un concerto della Sagra a Perugia?
"Non vedo l’ora, è una sensazione meravigliosa, sono emozionatissima. Cinque anni fa ho lasciato Perugia per la Svizzera e da lì ho fatto concerti in tutta Europa e un po’ in Asia. Questa è la prima volta che torno a casa e sto ricevendo tantissimo affetto dalla città, da tutti i miei amici, da persone che non vedevo da anni. Stasera ci saranno tutti".
E sarà sul podio del Morlacchi...
"Altra emozione grandissima. Al Morlacchi io ci sono cresciuta, la prima volta ci sono entrata 20 anni fa, a 6 anni, come ballerina. Poi con il Conservatorio ho fatto qualche esibizione. Tornarci adesso come direttore d’orchestra, sullo stesso palco dove c’è stato Abbado, è davvero una bella soddisfazione".
Come sarà il concerto?
"In programma il Concerto n. 1 in mi minore per pianoforte e orchestra op. 11 di Chopin proposto da Mariangela Vacatello. A questo ho abbinato la Sinfonia n. 1 in si bemolle maggiore op. 38, “Primavera” di Schumann: è fresca, piena di energia e vitalità, fragile e intima. Una metafora perfetta per me che ho davanti i grandi direttori e cerco di fare del mio meglio".
Ma preferisce definirsi direttore o direttrice d’orchestra?
"Io la vedo così: il lavoro è il direttore d’orchestra, io sono una direttrice d’orchestra".
E’ una delle poche figure femminile capaci di imporsi in questo mondo. Come ha fatto?
"Il trucco che uso è quello di non imporre mai la musica ma di condividerla, di invitare i musicisti in un viaggio insieme a me. La mia è una ricerca da affrontare insieme all’orchestra per tirarne fuori la personalità, cioè i singoli talenti all’interno del gruppo. Io parlo solo di musica, con me non c’è spazio per i pregiudizi, per le differenze tra uomo e donna".
La sua è una carriera straordinaria. Ma quali tappe considera decisive?
"Ci sono almeno tre snodi. Il primo concerto da professionista in una capitale europea, a Lubiana con la Slovenian Philarmonic, poi il debutto importantissimo con la Camerata Salzbug al Mozarteum. Infine il debutto con la Filarmonica dei Paesi Bassi al Concertgebouw di Amsterdam nel dicembre 2020. E’ una delle sale da concerto più importanti al mondo, lì ho capito che ero pronta per affrontare i giganti delle orchestre europee".
Quale repertorio preferisce?
"Sono fortissima su tutto il repertorio classico, posso dirigere qualsiasi sinfonia, dall’oggi al domani. Da poco ho scoperto il repertorio contemporaneo e mi interessa molto. Ho invece qualche buco sul repertorio romantico, mi risulta un po’ più difficile, ma lo risolverò a breve".
C’è ancora spazio per Perugia?
"Certo, sono perugina doc, nata e cresciuta in centro storico, vicino a San Francesco al Prato. Mamma e papà vivono ancora qui".