’Non c’è stato alcun danno’. Prosciolti quattro manager

Caso-lavanolo: la Corte dei conti ’libera’ dalle accuse i dirigenti sanitari a cui la Procura contabile aveva chiesto un risarcimento di quasi cinquecentomila euro .

’Non c’è stato alcun danno’. Prosciolti quattro manager

Caso-lavanolo: la Corte dei conti ’libera’ dalle accuse i dirigenti sanitari a cui la Procura contabile aveva chiesto un risarcimento di quasi cinquecentomila euro .

PERUGIA - Non ci fu danno nell’aver prorogato il servizio di lavanolo per gli ospedali umbri. La Corte dei conti di Perugia, infatti, ha prosciolto dalle accuse i quattro dirigenti sanitari a cui la Procura contabile aveva chiesto un risarcimento di quasi cinquecentomila euro. Ai quattro, e un quinto dirigente nel frattempo deceduto, difesi dagli avvocati Massimo Marcucci, Lietta Calzoni, Nunzia Parra, Marco Brusco e Patrizia Bececco, era stato chiesto di risarcire l’Usl 2 per un totale di 620.184,63 euro, diminuiti a 473.516,85 euro per l’ipotesi di rinuncia all’eccezione di prescrizione.

Secondo l’accusa, il danno sarebbe "derivato dalla lesione delle concorrenza imputabile ai vertici dell’Ausl Umbria 2, in ragione della illegittima reiterazione delle proroghe del contratto di appalto stipulato con Sogesi, avente ad oggetto il servizio integrato di noleggio, ricondizionamento e logistica della biancheria e degli abiti da lavoro, della materasseria e dei dispositivi sterili". Analoga vicenda aveva portato alla condanna di otto dirigenti della sanità regionale a risarcire quasi 6 milioni di euro. Sentenza annullata in appello, dalla Seconda sezione centrale della Corte di conti, con il proscioglimento di tutti gli imputati.

Per l’accusa contabile i rinnovi sarebbero stati effettuati con "contratti ponte, che avrebbero in realtà celato affidamenti diretti senza gara e che, dunque, sarebbero stati stipulati senza il necessario previo confronto tra più operatori", causando un "nocumento per la stazione appaltante pari alla differenza tra il costo sostenuto per l’acquisizione del servizio e il minor esborso conseguibile" attraverso una gara con più operatori.

Per i giudici, però, non c’è "prova circa la sussistenza del danno" e neanche "di colpa grave", mentre per alcuni risulta l’estraneità "alle dinamiche gestorie afferenti alla contrattualistica pubblica.