A un giorno dall’inaugurazione – domani a Perugia c’è l’omaggio di Bruno Arpaja a Garcia Marquez – una polemica scuote “Encuentro“, il festival delle letteratura in lingua spagnola. La scrittrice ispano-ucraina Margaryta Yakovenko ha rinunciato a partecipare al dibattito sulla guerra in Ucraina previsto venerdì all’Università per Stranieri per la presenza del professore dell’Università di San Pietroburgo Oleg N. Misko. Con una lunga lettera agli organizzatori ha spiegato il perché. "Nei 27 mesi di guerra – scrive – non ho mai dovuto condividere il mio tempo, né il mio spazio, con una persona del Paese che ha invaso il mio (...) A qualcuno potrebbe risultare esotico ascoltare la visione di un aggressore mentre risponde a un aggredito ma per me rasenta la presa in giro. Noi ucraini viviamo da due anni un orrore inenarrabile. È nostro compito, come intellettuali, sapere da che parte stiamo (...) Per me la guerra ha significato la morte di due nonni nel primo anno; e non poter vedere mia nonna che vive nei territori occupati dai soldati russi e deve soffrire molte umiliazioni; che zii e cugini abbiano dovuto abbandonare le loro case e ora vivano da rifugiati in Europa: che la casa dei miei nonni adesso sia occupata da soldati russi e naturalmente la perdita della mia patria e di un luogo a cui tornare. Ho chiesto agli organizzatori la sensibilità di comprendere il dolore che significa dover condividere uno spazio che consideravo sicuro con un rappresentante del Paese che vuole distruggere l’Ucraina e gli ucraini. Hanno compreso il malessere e mi hanno offerto di non partecipare all’incontro. Pertanto, il giorno in cui al festival si parla di Ucraina, il Paese, la sua cultura saranno spiegati da un russo e non da un’ucraina". Il primo giugno Margaryta Yakovenko presenterà a Castiglione il libro “Fuori posto“ con Ivana Finocchiaro. "Se qualcuno – dice – è interessato a conoscere la guerra e l’Ucraina per bocca di un’ucraina, è invitato a unirsi a noi".
La replica di Encuentro: "Comprendiamo lo stato d’animo di Margaryta Yakovenko, e le siamo vicini (...). Restiamo tuttavia dell’avvisto che un dibattito sia tale solo quando a prendervi parte sono voci espressione di punti di vista differenti. E che ascoltare le voci di Margaryta Yakovenko e di Oleg Nikolaevic Mitsko, insieme a quelle di Emilio Cassese e Francesco Randazzo, sarebbe stata una splendida occasione per tutto il pubblico del festival".