Novantenne vedovo, i parenti: “Non può sposare la badante”. Ma il tribunale dice sì

La famiglia ha contestato la regolarità dell'unione perché l'uomo “è sordo” e “non ha detto nulla”, ma per la prima sezione del tribunale civile di Perugia questi motivi non sono validi

Un tribunale

Un tribunale

Perugia, 2 aprile 2024 – E’ rimasto vedovo e, anche secondo quanto stabilito dal tribunale, ha deciso di risposarsi. Lui è un uomo di quasi novant’anni, lei la badante che si è presa cura della moglie malata, ormai defunta. Ma la famiglia ha contestato la regolarità dell'unione perché l'uomo “è sordo” e “non ha detto nulla” ma per la prima sezione del tribunale civile di Perugia questi motivi non sono validi e, se l'anziano vuole, può procedere al matrimonio. La notizia è sul Messaggero che riporta il decreto relativo a un procedimento discusso a gennaio e pubblicato sul Notiziario della Corte d'appello di Perugia.

Il caso è stato sollevato dalle sorelle e dai nipoti dell'anziano intenzionato a sposare una donna molto più giovane, conosciuta dopo essere entrata in casa e in famiglia perché impegnata ad assistere la moglie dell'uomo, malata e poi defunta. E il non averlo comunicato ai parenti fino alla pubblicazione delle partecipazioni, ha convinto i parenti dell'anziano che la scelta del silenzio “fosse - si riassume nel Notiziario - un escamotage della donna per raggiungere scopi personali non contemplati dal vincolo coniugale”.

Secondo il tribunale civile però l'opposizione al matrimonio può essere fatta “per qualunque causa che osti alla sua celebrazione”. Quindi, per insussistenza delle condizioni necessarie per contrarre matrimonio elencate dagli articoli dall'84 all'89 del codice civile: minore età, infermità di mente, parentela stretta tra i futuri coniugi o vincolo matrimoniale ancora valido. Nessuna, quindi, delle motivazioni addotte dalla famiglia: “Non rileva, infatti, la circostanza della mancata preventiva comunicazione ai parenti da parte del loro congiunto dell'intenzione di contrarre matrimonio, rientrando tale scelta nell'ambito dei profili comportamentali della persona”.

L'anziano - si legge ancora sul Messaggero - si è poi presentato davanti al giudice ed “è apparso perfettamente consapevole della propria decisione e delle conseguenze patrimoniali che tale scelta ha nell'ambito della famiglia”.