
All’inaugurazione Claudia Biagini; il sindaco di Torgiano Eridano Liberti, e il presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti
Risorgere dalle ceneri del proprio stabilimento, pesantemente danneggiato da un incendio che, poco più di un anno fa aveva distrutto buona parte del reparto produttivo. Continuare a produrre grazie al sostegno delle aziende vicine e di quelle concorrenti, riuscendo così a far fronte alle commesse già previste, a rispettare le scadenze senza, così, perdere un cliente. Tanto che l’azienda si è trovata nella necessità di assumere nuovo personale piuttosto che licenziarlo. Una storia a lieto fine, quella della Novaplast. Che ha saputo resistere e ripartire da quello che si era salvato dalle fiamme del rogo, scoppiato in azienda il 2 febbraio 2024.
Ieri, a Ferriera di Torgiano, allo stabilimento è stata una giornata di festa, perché l’azienda, 18 dipendenti e circa mezzo secolo di storia alle spalle, ha inaugurato il nuovo reparto produttivo, 700 metri quadrati dove riprendere a realizzare allestimenti isotermici per furgoni, destinati al trasporto di alimenti, merci deperibili e farmaci. Ci sono nuovi macchinari che segnano la ripartenza dell’azienda, ma anche il suo rinnovamento. Novaplast, infatti, è anche diventata meno energivora e più rispettosa dell’ambiente, riducendo l’emissione in atmosfera di oltre 6 quintali di anidride carbonica l’anno.
"Possiamo dire che la storia di un dramma si è trasformata in una storia di tenacia, collaborazione e solidarietà", ha commentato Claudia Biagini, amministratrice e comproprietaria della Novaplast, prima del taglio del nastro, alla presenza del sindaco di Torgiano, Eridano Liberti, e del presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti. Durante i mesi difficili che hanno fatto seguito all’incidente, che si era concluso senza conseguenze per il personale, sorpreso dalle fiamme, causate accidentalmente da un corto circuito, durante la pausa pranzo, Novaplast aveva trovato un aiuto nelle aziende vicine dell’area di Ferriera, "molti attestati di stima" e collaborazione con le altre realtà del settore a livello nazionale, potenziali concorrenti, che invece di chiudere le porte, hanno teso una mano.
Una catena di solidarietà che ha permesso all’azienda di rispettare gli accordi commerciali e non interrompere quell’attività di eccellenza che le ha permesso di essere conosciuta in tutta Italia. "Non abbiamo mai smesso di lavorare per poterci rialzare, nemmeno nei momenti di sconforto. Siamo stati tenaci, i nostri ragazzi per primi. Ci hanno aiutato tanto. E persino i concorrenti ci hanno teso la mano - aggiunge l’amministratrici - Una manifestazione di stima e solidarietà che ci ricorda come i rapporti umani abbiano un valore e una forza superiore a quella delle logiche economiche".