REDAZIONE UMBRIA

Nuovo appello per la macchina della Radioterapia

Dopo l’intervista dei professori Martelli e Velardi a La Nazione decine di ex pazienti scrivono per sollecitare l’acquisto della strumentazione salvavita

Ha toccato la sensibilità di parecchie decine di ex pazienti guariti dalla leucemia grazie al trapianto l’intervista ai professori Massimo Fabrizio Martelli e Andrea Velardi, pubblicata da La Nazione lo scorso 7 marzo. I due prestigiosi scienziati, protagonisti primari delle innovazioni terapeutiche poi applicate nel mondo, rivolsero – si rammenterà – un appello alla Giunta regionale umbra e all’ Azienda ospedaliera ( "Agite presto, la vita di molti malati è a rischio") chiedendo ("drammatica realtà") che si rompessero gli indugi per l’acquisto ("Anche a rate….") della fondamentale strumentazione per radioterapia capace di trattamenti oncologici mirati e selettivi.

La macchina ad alta tecnologia, fondamentale nella fase preparatoria, ha consentito negli anni di agevolare il trapianto di centinaia di malati restituiti alla gioia di vivere dalla squadra scientifica perugina. Lo strumento, ancor oggi attivo, è però ormai datato e non consente più di due interventi al mese a fronte di una richiesta almeno doppia. E per di più lo si utilizza affrontando l’insidia di un’interruzione del trattamento, con conseguenze terribili per il paziente. Martelli e Velardi furono espliciti: "Se questo congegno non arriva alla svelta, l’esistenza di tanti malati è a rischio, anche immediato".

Ha dunque suscitato emozioni l’appello-denuncia. Non solo in Umbria. Il caldo invito, di voce in voce, ha comprensibilmente superato i confini regionali. Ed ha raggiunto anche i tanti ex pazienti guariti a Perugia che, con spirito di solidale soccorso verso i malati ospitati nella lista d’attesa dei trapiantabili, si sono rivolti, con ricordi scritti, alla dottoressa Alessandra Carotti (Responsabile del Day Hospital di Ematologia), pregandola di far pervenire le loro testimonianze al nostro giornale. Sono lettere che, raccontando paure, sofferenze, gioie ritrovate, ringraziano i medici della loro salvezza; e, in termini talora molto netti, invitano le istituzioni a farsi protagoniste dell’auspicato acquisto "in nome dei diritti e degli auspici" dei tanti che aspettano di poter percorrere l’itinerario scientifico già convalidato dai personali e felici ritorni alla vita. Davvero ricchi di partecipazione emotiva i messaggi di quelli che ce l’hanno fatta. La Nazione ringrazia i firmatari per la profonda sensibilità.

E volentieri si rende messaggera. Li ringrazia e li prega di comprendere che le entusiastiche, ed entusiasmanti, notizie che forniscono sono senza dubbio degne di un libro che un giorno le raccoglierà, ma non possono oggi, per intuibili motivi di spazio, essere pubblicate per intero. Alcune sono davvero lunghe e dettagliate. Stavolta è indispensabile annotare, almeno il nome e la provenienza di quelli che hanno spedito per primi: Giuseppe Monteleone, 46 anni, Marsala; Teresa Terilli, 44, Formia; Francesco Schiavariell,32, Matera; Orietta PaganellI, 67, Perugia; Margherita Bini, 74, Città di Castello; Luigi Giombini, 62, Gualdo Tadino: Francesco Sanseverino,33, Grassano di Matera; Alfredo Lombardi, 66, Montepulciano di Siena. Animano le missive lo spirito e il cuore immediato: con parole commosse parlano di paura, attesa, pieno recupero della fiducia nella struttura ematologica perugina: vite rinate che desiderano impegnarsi perché altre persone, oggi in lotta, possano presto rinascere.

G.R.