Per avere una risposta al primo progetto sul Nuovo Curi c’erano voluti esattamente 5 mesi. Ora è difficile credere che nel giro di 60 giorni, ovvero il 28 maggio, Palazzo dei Priori possa fornire una risposta sull’interesse pubblico dell’opera (che non significa dire "sì" all’operazione, anzi, il percorso più difficile inizia proprio dopo quell’eventuale parere positivo). Per un paio di motivi: intanto perché arriverebbe a dieci giorni dal voto. E poi perché l’amministrazione ha chiesto una serie di integrazioni alle proposte dell’Arena Curi srl, giunte da diversi Uffici ed Enti coinvolti nell’operazione.
Un po’ di ordine: pochi giorni dopo che il progetto è stato depositato (era il 30 marzo) è stata indetta la Conferenza dei Servizi preliminare (andava fatto entro sette giorni dal deposito formale delle carte) che ha lo scopo di indicare al richiedente, prima della presentazione di un’istanza o di un progetto definitivo, le condizioni per ottenere i necessari pareri, intese, concerti, nulla osta, autorizzazioni, concessioni o altri atti di assenso. Venerdì scorso (12 aprile) sono scaduti i termini entro i quali i soggetti coinvolti (Soprintendenza, Regione con Infrastrutture e trasporti, Urbanistica, Opere pubbliche, Arpa Umbria, Asl 1, Coni, Enel, Telecom, Umbra Acque, Saba parcheggi, Open Fiber oltre agli uffici comunali direttamente interessati dai vari interventi come viabilità, opere pubbliche, urbanistica, aree verdi) dovevano presentare la richiesta di integrazioni allo studio di fattibilità. E di richieste ne sono già arrivate, numerose e molto consistenti. Ora il ‘nocciolo’ della questione è capire se verranno sospesi i termini della Conferenza per dare l’opportunità ad Arena Curi di presentare queste integrazioni. A deciderlo è il responsabile del procedimento (Rup, che è il dirigente comunale Paolo Felici): di norma la richiesta interrompe i 60 giorni necessari al Comune per esprimersi, ma esiste la possibilità – teorica – che ciò non accada proprio per accelerare e rispettare la scadenza del 28 maggio. Nel precedente progetto i termini erano stati sospesi più volte, ma stavolta sembra tutto procedere molto rapidamente. Molti i rilievi – non solo finanziari – che erano stati mossi al progetto: a iniziare dalla viabilità che era stata definita "peggiorativa", piuttosto che il rischio idraulico o quelli della Asl 1 che prescriveva come il Percorso Verde doveva essere preservato "nella sua interezza, mantenuto accessibile e fruibile, compresi tutti gli impianti sportivi già esistenti, senza modificarne, in riduzione, la superficie". Tra gli elementi nuovi, quelli del nuovo stadio a Ponte San Giovanni, con i problemi del traffico e della sicurezza ad esempio. E anche Rfi avrebbe messo sul tavolo importanti criticità.
Michele Nucci