Il Comune prende altro tempo sul Nuovo Curi. Ma una decisione del Responsabile unico del procedimento (nella foto Paolo Felici) è attesa ormai a breve per sancire o meno l’interesse pubblico dell’opera che prevede l’abbattimento e la ricostruzione dello stadio di calcio, con una serie di investimenti al suo interno il cui costo complessivo ammonta a 76,3 milioni.
Ieri pomeriggio c’è stata un’altra riunione da parte dei tecnici coinvolti in questa delicatissima partita. Un confronto di nuovo molto approfondito per mettere a fuoco tutti gli elementi sul tavolo: dai pareri espressi dai vari enti chiamati in causa nella Conferenza dei Servizi preliminare, fino all’analisi del Pef, Piano economico e finanziario, sul quale più di un assessore l’altro ieri – durante la riunione con i tecnici stessi – ha espresso alcuni dubbi. Tutto parte dal capitolo costi: 34,2 milioni per lo stadio, 2,2 milioni per le opere sterne, 13,6 milioni per le aree commerciali e quasi sette milioni per l’hotel. Poi ci sono i terreni, le progettazioni, l’indennizzo all’Ac Perugia le possibili variazioni dei prezzi, spese generali e oneri finanziari ed ecco che si arriva a 76,3 milioni.
Quali sono le fonti di copertura hanno chiesto gli assessori? Prima di tutto la vendita proprio delle aree destinate al commercio, servizi (come la palestra) e dell’hotel, da cui l’Arena Curi Srl da qui al 2026 stima un incasso che supera i 23 milioni. E poi? Il Comune dovrebbe impegnarsi con 11,8 milioni (non più 12, spalmati nel triennio 2024-2026). Per altri 16milioni è previsto il ricorso al Capitale sociale che verseranno i soci progressivamente da quando verrà dichiarato l’interesse pubblico e approvato il progetto. La società dovrebbe poi attingere a un finanziamento bancario a 20 anni per 27milioni. La Arena Curi non ha mai fatto segreto di voler coinvolgere una serie di soggetti diversi nel territorio, che oltre a risorse potrebbero anche portare nuove idee. Poi ci sono i ricavi annui degli investitori, stimati in quasi 12 milioni. La viabilità è l’altro problema, ma certo questo superabile con eventuali correzioni. Con la domanda finale degli assessori perplessi: ma davvero è di "interesse pubblico" un’operazione simile? A breve sapremo.
Michele Nucci