Nuovo Curi verso il no I tecnici: "Il progetto così non sta in piedi"

Vertice tra dirigenti, consiglieri, assessori e sindaco sull’operazione-stadio "La società che ha presentato lo studio non è attiva. I costi sfiorano i 100 milioni".

Nuovo Curi verso il no   I tecnici: "Il progetto   così non sta in piedi"

Nuovo Curi verso il no I tecnici: "Il progetto così non sta in piedi"

Manca ancora il parere formale, ma la bocciatura sul progetto del Nuovo Curi è praticamente su tutta la linea da parte dei tecnici e di conseguenza dell’intera maggioranza del Consiglio e della Giunta comunale. Ieri pomeriggio infatti è andato in scena il confronto tra la struttura tecnica e i consiglieri di centrodestra, presenti anche assessori e sindaco. E la netta sensazione è che l’esperienza della Arena Curi Srl si chiuderà da qui a pochi giorni. Proprio i dirigenti del Comune sono stati piuttosto netti elencando le fortissime criticità – soprattutto finanziarie - dello studio presentato lo scorso febbraio. A cominciare dalla compagine societaria: la Srl, secondo quanto rilevato da Cassa depositi e prestiti a cui è stato chiesto un parere, è detenuta in maggioranza (40%) da una società immobiliare che però "non è attiva", poi c’è il 30% di King. Secondo elemento: l’impegno del Comune appare troppo impegnativo dal punto di vista economico, 11 milioni in tre anni più l’affitto per 250mila euro per altri 25 anni per arrivare a circa 18 milioni. Elementi, hanno detto i tecnici, che creerebbero notevoli problemi al bilancio comunale, irrigidendolo nuovamente e condizionando qualsiasi altro tipo di investimento. Lo studio presentato sui costi appare inoltre poco ‘affidabile’: il Comune ipotizza che invece dei 76,3 milioni previsti da Arena Curi, per realizzare l’operazione serva almeno il 30% in più e si andrebbero a sfiorare i cento milioni di euro (solo lo stadio della Juve è costato tanto). Discorso simile per i ricavi, ritenuti eccessivamente ottimistici.

E la famosa Asm Global pronta a organizzare eventi per 10 milioni all’anno? Una società esterna, pronta a entrare solo se l’investimento andasse in porto. Ma non finisce qui, perché con una situazione simile – hanno fatto notare i tecnici - buttare giù lo stadio (sarebbe la prima cosa da fare) comporterebbe a queste condizioni un’assunzione di responsabilità e di rischio notevole. E molti consiglieri hanno poi evidenziato come al centro del progetto non ci sia la società di calcio o lo stadio stesso, ma un’operazione che vede lo sport come qualcosa di ‘contorno’.

Senza scordare che la viabilità proposta sarebbe peggiorativa della situazione attuale. Insomma il progetto a queste condizioni non sta in piedi è stato detto. E anche le integrazioni che sono state chieste non hanno ricevuto risposte convincenti. E così i vari gruppi si sono espressi di conseguenza: c’è chi è stato più misurato e chi più netto evidentemente, ma Lega, Forza Italia, Progetto Perugia, Perugia Civica e anche Fratelli d’Italia hanno fatto capire, pur con sfumature diverse, che un rischio così alto l’amministrazione non può assumerlo. Ora nei fatti ieri sono scaduti i termine per la dichiarazione sul pubblico interesse, ma la data non è perentoria: nelle prossime ore il parere verrà formalizzato e a quel punto, dopo la decisione della Giunta, verrà ufficialmente annunciato alla città. Per un copione che, in verità, era scritto da tempo...

Michele Nucci