REDAZIONE UMBRIA

Olio, un’ottima annata. Extravergine di qualità. E il prezzo scende: ritocchi fino al 40%

Le previsioni dell’imprenditore Zefferino Monini: "Ci aspettiamo che i consumi nel 2025 tornino intorno quota tre milioni di tonnellate, contro i 2,7 dell’anno scorso".

In Umbria sono stati censiti. 7,5 milioni di piante di ulivo

In Umbria sono stati censiti. 7,5 milioni di piante di ulivo

Una buona notizia sul fronte del carrello della spesa: il prezzo dell’ extravergine d’oliva entro la fine dell’anno dovrebbe scendere con ritocchi fino al 40%. Ad influire sull’andamento dei prezzi la buona campagna olearia mondiale, che inevitabilmente avrà ricadute positive anche sull’“oro verde“ di casa nostra, portando il costo ben al di sotto dei 10 euro al litro. Ne è convinto l’imprenditore Zefferino Monini, ad e presidente dell’omonima azienda umbra leader in Italia nel settore dell’olio extravergine, che nei giorni scorsi, in occasione della presentazione del III Bilancio di Sostenibilità, curato come i precedenti da “The European House - Ambrosetti“, ha reso note le sue previsioni in materia di prezzi e qualità dell’annata 2024.

"Nel complesso – questa la previsione di Monini sulla base di dati Coi (Consiglio Oleicolo Internazionale) – ci aspettiamo che i consumi nel 2025 tornino intorno quota 3 milioni di tonnellate, contro i 2,7 del 2024. Una ripresa resa possibile dalla buona annata olearia, con una produzione che si prevede intorno a 3,3-3,5 milioni di tonnellate, contro i 2,5 milioni di tonnellate della scorsa campagna e che dovrebbe riportare dal prossimo anno le scorte a un livello in linea con quello degli ultimi dieci

anni, cancellando le ultime due campagne che sono state eccezionali in senso negativo a causa della scarsa produzione della Spagna".

Previsioni per il made in Italy? "In Italia, causa clima torrido e siccitoso, la produzione sarà invece più contenuta di quella passata, ma questo non potrà avere ripercussioni sui prezzi dell’extravergine italiano, che dovrà per forza di cose riallinearsi per reggere la concorrenza degli stranieri. Ricordo che in media il nostro Paese – aggiunge Monini – produce 300 mila tonnellate di olio l’anno, quando il fabbisogno è di 900 mila. È chiaro che servono investimenti per produrre più olio extravergine made in Italy e per garantire maggiore resilienza ai cambiamenti climatici". Presupposti che hanno spinto l’azienda nel 2020 a investire nel segmento agricolo con il progetto Bosco Monini, un milione di nuovi olivi ad alta intensità piantumati entro il 2030 tra Umbria e Toscana e coltivati a regime biologico e con tecniche moderne e sostenibili. Inatnto i numeri della Monini sono più che in salute. Lo attestano i dati del bilancio di sostenibilità 2023, con 23 milioni di litri di olio extravergine commercializzati, 195 milioni di euro di fatturato (il 97% del valore economico generato distribuito lungo la catena del valore). Ed ancora: prodotti esportati in 61 paesi,  624 ettari di terreni olivicoli gestiti, tutti trattati con agricoltura biologica o inerbimento interfilare, irrigazione di precisione, che hanno permesso di ridurre del 34,7% le emissioni di CO2 lungo la catena del valore rispetto al 2022.

L’Umbria con i suoi 30.000 ettari di oliveto che corrispondono a 7.500.000 di piante ottiene il suo olio in 220 frantoi. Le previsioni di produzione realizzate per l’attuale campagna dall’Ismea, l’istituto economico del Ministero dell’Agricoltura, parlano di un quantitativo di oltre 40mila quintali, ben lontano dagli anni d’oro quando la resa poteva sfiorare anche i 60mila.

Silvia Angelici