
Montone, la stele commemorativa del partigiano Aldo Bologni imbrattata con tempera bianca. Il sindaco: "Atto di inaudita gravità. Sdegno e amarezza".
Un grave atto vandalico ha funestato la celebrazione della Festa della Liberazione a Montone: il monumento commemorativo del partigiano arietano Aldo Bologni, morto in uno scontro con i tedeschi il 6 maggio del 1944, è stato imbrattato con vernice bianca, forse tempera. Un atto esecrabile, che ha scosso profondamente la comunità locale impegnata della commemorazione del 25 aprile. È stato il maresciallo della Polizia locale Giacomo Bartolini, ieri alle 7.30, ad accorgersi dello sfregio. Immediato l’intervento del Comune che ha provveduto a far ripulire il monumento, collocato nel 1989 proprio dove Bologni, partigiano della “San Faustino“, rimase ucciso. Il fatto è stato denunciato ai carabinieri di Umbertide. Ignoti gli autori; sul posto non ci sono telecamere. "In una giornata simbolo della democrazia e della libertà – ha detto il sindaco Rinaldi – si è consumato un atto di inaudita gravità. Un gesto vile, compiuto proprio nel giorno in cui si celebra la lotta contro il fascismo e nazismo, che non può e non deve passare sotto silenzio. Esprimiamo sdegno e profonda amarezza, rilanciando con forza il nostro impegno nella tutela della storia e dei suoi simboli". Sconvolta Brunella Bologni, nipote di Aldo:"È una ferita profonda. Penso che nessuno, di qualsiasi colore politico sia, possa sfregiare la memoria di chi, come mio zio, è morto per la libertà". Tanti i montonesi presenti ieri alla celebrazione, turbati e composti, tra bandiere italiane, testimonianze e letture degli studenti, la musica della banda. Paola Mastroluca segretaria dell’Ampi di Montone ha dichiarato: "Il 25 aprile non è ancora riconosciuta come festa di tutti. Occorre ricominciare a raccontare la storia e per questo, come associazione, stiamo raccogliendo memorie e fatti da testimoni o loro famigliari del territorio. Ricordi dolorosi, privati, ma necessari". Lo storico Alvaro Tacchini ricorda il partigiano: "Ufficiale dell’esercito italiano di 26 anni, andò alla macchia per non sostenere la dittatura fascista e i tedeschi invasori. Braccio destro di Venanzio Gabriotti, era un moderato. Bologni invocava la libera democrazia, il rispetto delle opinioni altrui, la giustizia sociale, la fratellanza fra i popoli. Oltraggiarne la memoria significa sprofondare nel vuoto".
Pa.Ip.