Foligno (Perugia), 8 novembre 2024 – Tredici coltellate. E’ il responso di una prima ispezione cadaverica, in attesa dei risultati dell’autopsia, sulla salma della vittima. Mattinata di sangue ieri a Foligno. Salvatore Postiglione, muratore 56enne di origine napoletana ma da oltre vent’anni in città, è stato ucciso all’alba.
L’omicidio si è consumato nella zona di via La Louviere dove Postiglione, operaio edile, aveva appuntamento con alcuni colleghi per recarsi in cantiere come ogni mattina. Di fatto, dopo anni di esperienza, era capo cantiereSul posto, però, Postiglione ha trovato il suo assassino. L’uomo infatti è stato aggredito, ha provato a scappare ma, trafitto da quei tredici fendenti, ha perso conoscenza al culmine di una brevissima fuga, nello spazio di pochi metri. A quel punto l’aggressore si è dileguato facendo perdere per ora le tracce.
Ad accorgersi dell’uomo gravemente ferito e ormai agonizzante sono state due donne, sul posto per il turno di pulizia negli uffici del vicino sindacato. Sono state loro a a dare l’allarme e a far scattare i soccorsi. Sul posto è intervenuto il 118; in ambulanza Postiglione è stato trasportato d’urgenza in ospedale dove è morto poco dopo il ricovero. Singolare la scena che la polizia ha passato al setaccio per ricostruire la dinamica dell’omicidio. L’auto sui cui è arrivato Postiglione, riconducibile all’azienda per cui lavorava, era accesa e lo sportello del passeggero anteriore aperto. Davanti c’erano una scarpa antinfortunistica, un paio di occhiali da vista e una bottiglietta d’acqua. In mezzo alla strada un cappello e vicino a dove è stato trovato l’uomo ancora agonizzante, un borsello sporco di sangue. Macchie di sangue lungo tutta la traiettoria che Postiglione avrebbe percorso per cercare di fuggire all’assassino e salvarsi. Vicino all’ultima macchia di sangue e al borsello anche una bottiglia di birra, integra e vuota. La polizia ha repertato tutto e ha acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza del condominio adiacente il parcheggio.
Non è detto che la nebbia renda agevole la visibilità ma le immagini di videosorveglianza del palazzo e tutte quelle degli impianti circostanti sono state acquisite ed esaminate. Si cerca anche l’arma del delitto. Il primo esame sul cadavere ha riferito di almeno tredici colpi d’arma da taglio, quindi ci cerca un coltello. Gli agenti hanno setacciato i secchi della spazzatura presenti e tutti i campi circostanti, con l’ausilio di metal detector. La dinamica è al vaglio della Procura. Quella che appare più probabile è un’aggressione, da parte di una sola persona. Probabilmente Postiglione conosceva il suo aggressore, avrebbe abbassato il finestrino del guidatore per parlarci e poi, resosi conto delle intenzioni dell’uomo, è scappato dall’altro lato lasciando l’auto accesa e lo sportello aperto. reta un mistero, in questo scenario, perché non avrebbe ingranato la marcia per allontanarsi, respinngendo così l’assalto del killer. Non è detto, infatti, che lo sportello aperto possa essere riconducibile ad una circostanza precedente alla stessa aggressione. L’uomo potrebbe essere sceso, poi aver raggiunto il lato passeggero lasciando aperto lo sportello ad aggressione cominciata.
«Non ci sono fermi, arresti o indagati – spiega il procuratore capo di Spoleto, Claudio Cicchella – siamo seguendo tutte le piste». Ieri sono stati ascoltati in commissariato i colleghi di Postiglione, quelli con cui lui aveva appuntamento, che hanno detto di essere arrivati sul posto quando i fatti si erano già verificati. Sentiti anche familiari, amici e tutti coloro con cui Postiglione aveva avuto contatti. sul luogo del delitto si è visto anche il titolare dell’azienda per la quale postiglione lavorava da almeno vent’anni, a quanto pare senza alcun tipo di problema.