Perugia, 22 febbraio 2023 – Confermato l'ergastolo per Innocent Oseghale accusato di avere ucciso e fatto a pezzi la diciottenne Pamela Mastropietro nel gennaio del 2018 a Macerata. L'imputato non era presente in aula al momento della lettura della sentenza. C'erano invece i genitori della giovane. Il processo d'appello bis ha riguardato solo il reato di violenza sessuale ed è stato trasmesso a Perugia per questioni procedurali dopo che la Cassazione aveva definitivamente confermato la condanna per l'omicidio.
La Procura generale di Perugia, coordinata da Sergio Sottani, aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo. La conferma della condanna all'ergastolo era stata avanzata dal sostituto procuratore della Repubblica di Perugia Paolo Barlucchi in apertura della sua requisitoria. "Oseghale ha ucciso Pamela se fosse qui gli direi: tu l'hai uccisa, tu sei un omicida. Si parte necessariamente da qui” ha sottolineato il magistrato. Secondo il quale “in quella casa c'è stata violenza sessuale e durante quella violenza sessuale Pamela è stata uccisa”. “Pamela non era una prostituta” ha detto ancora Barlucchi. “C'è una verità nella sua vita - ha aggiunto - che è la sofferenza psichica, la sofferenza nei rapporti familiari, la sofferenza che ti da la dipendenza da eroina. Nessun giudizio morale su Pamela ma comprensione, affetto e una fredda e lucida valutazione su quello che dicono le carte e i fatti. Pamela ha usato il suo corpo perché non sapeva che altro fare, era sola, aveva fame, era scappata la mattina, era all'estremo non sapeva dove andare, era in astinenza da eroina”.
VIDEO / La madre di Pamela: “Fuori uno, ma ci sono altri mostri da prendere”
"Pamela era nelle mani di Oseghale - ha evidenziato - lui con la cessione dell'eroina la teneva a guinzaglio. Oseghale inizialmente ha negato di aver avuto rapporti sessuali, lui ha negato perché nel farlo l'ha uccisa. La cura di Oseghale nel lavare le parti del corpo di Pamela nelle quali aveva infierito per ucciderla e che potevano essere rivelatrici sia della somministrazione della droga sia del rapporto sessuale, fa comprendere la sua necessità di non lasciare traccia di se. Oseghale ha pensato di avere a che fare con una tossica persa e invece ha trovato una ragazza che concedeva il suo corpo solo per necessità. Non ho dubbi che c'è stata una violenza sessuale e che c'è stata una opposizione di Pamela che non immaginava di incontrare un brutale assassinio”.
La madre di Pamela, Alessandra Verni, ha commentato a caldo: “Bene la sentenza, ma che sia una sentenza a vita, senza sconti. Fuori uno, adesso ci sono altri mostri da prendere”.