Città di Castello (Perugia), 21 novembre 2023 – “La ricostruzione fornita dagli inquirenti ha svelato contorni inquietanti e una particolare efferatezza del reato. Il colpevole è stato per fortuna consegnato alla giustizia e Marielle può riposare in pace, ma ancora una volta una donna in Italia è rimasta vittima di un terribile omicidio…": il sindaco di Citerna Enea Paladino è scosso. Commenta così l’arresto del cinquantenne di origine rumena (vicino di casa della vittima) ritenuto il responsabile dell’omicidio di Marielle Soethe, trovata morta il primo dicembre scorso nella sua abitazione in via Sfrilli a Pistrino, in Altotevere. Una vicenda che ha messo sotto choc un’intera comunità.
Le indagini portate avanti dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Perugia, con il supporto dell’Arma di Città di Castello e Citerna e coordinate dalla Procura della Repubblica di Perugia, sono avvenute sotto gli occhi dei cittadini della frazione di Pistrino: nei giorni e nelle settimane successive al ritrovamento della donna i Ris e gli specialisti dell’Arma hanno svolto tanti sopralluoghi per individuare elementi utili all’identificazione dell’assassino della donna.
Elementi e prove, anche di natura biologica (come i reperti nelle ferite da difesa della donna) che hanno fatto emergere una corrispondenza con l’arrestato, avallando la tesi investigativa secondo la quale l’uomo, conosciuto dalla vittima, sarebbe entrato nell’appartamento con il suo consenso. Qui l’avrebbe poi costretta a subire violenza sessuale, quindi picchiata e uccisa. Ad incastrare l’uomo (che vive proprio di fronte alla casa di Marielle insieme alla moglie-estranea ai fatti) anche altri elementi che lo collocherebbero nell’abitazione della vittima il 25 novembre, ovvero il giorno in cui sarebbe avvenuta la sua uccisione. I numerosi sopralluoghi tecnici, eseguiti nell’appartamento dai carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Perugia e del Ris di Roma, insieme ai medici dell’Istituto di Medicina Legale, hanno consentito di acquisire importanti elementi che, correlati a ulteriori risultanze, hanno poi consentito l’emissione del provvedimento restrittivo. Di "gravi indizi di colpevolezza" parla dunque la Procura in una nota a conclusione delle indagini mentre l’arrestato, finora incensurato, è in carcere a disposizione del Gip.