
Onaosi, l’ora X si avvicina Chiusura imminente "Non abbandoniamo Elce"
Inizia il conto alla rovescia: a settembre il collegio Onaosi di Elce chiude definitivamente i battenti. Si sapeva da tempo, ma con l’avvicinarsi della data preoccupa il vuoto di indotto e di immagine che si verrà a creare nel quartiere una volta sbarrati i cancelli dello storico collegio, nato negli anni ’60 per ospitare gli orfani dei sanitari. Il perché della chiusura, con il trasferimento temporaneo degli ospiti a Montebello, è altrettanto noto: i volumi di viale Antinori, concepiti per 300-400 studenti (oggi siamo e meno di cento), ormai risultano inadeguati per dislocazione degli spazi, comfort abitativo e soprattutto per quanto riguarda la vulnerabilità sismica. A ribadirlo il direttore Francesco Tavernese, che però preferisce non fare pronostici, riguardo ai tempi e ai costi che ci vorranno per la demolizione e parte della ristrutturazione dell’immobile, che tra teatro, chiesa e collegio supera i 20mila metri quadrati di spazi. A suo tempo, quando si sollevarono i primi rumors, il presidente della Fondazione Onaosi, Amedeo Bianco, spiegò che "il complesso deve essere ristrutturato perché allo stato attuale non garantisce un completo e adeguato comfort abitativo (superficie delle camere, servizi ), necessita di costosi interventi di riqualificazione energetica e di revisione impiantistica (elettrica, antifumi, idrica, climatizzazione). Non solo, i diversi corpi abitativi hanno evidenziato indici di vulnerabilità sismica al di sotto del limite minimo prescritto in due successive perizie (2013 e 2021) affidate al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università e previste come obbligatorie per edifici che abbiano funzioni di comunità e di costruzione antecedente il 1984".
Ci vorranno comunque due, forse tre anni, per la conclusione del cantiere. Nel frattempo si accavallano le ipotesi dei residenti e di quei cittadini che sono legati all’Onaosi da ricordi più o meno diretti. Tra le proposte al Cda, il recupero del teatro con le opere di Dottori, della Chiesa, del parco e della palestra (già in parte ristrutturata). C’è chi suggerisce anche di creare un centro congressi finalizzato al mondo della sanità, con la possibilità di estenderne l’uso ad altre istituzioni. Una cosa è certa: l’Onaosi è un pezzo importante della storia cittadina e sarebbe un colpo al cuore perdere questa eccellenza del Polo sociale e culturale di Perugia.
Silvia Angelici