Giornata di festa ieri per Gubbio. Dopo più di 45 anni, infatti, la Madonna del Melograno, opera trafugata dalla Pinacoteca di Palazzo dei Consoli nel marzo del 1979, è stata riconsegnata alla città con una cerimonia nella sala dell’Arengo accompagnata dalla “sonata“ del campanone. Il ritrovamento, avvenuto qualche settimana fa, è frutto di un lungo e prezioso lavoro di ricerca da parte dei carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio ulturale di Bologna. "Il dipinto - spoegano i carabinieri – è attribuito al pseudo Pier Francesco Fiorentino(1444 – 1499)".
"Un’opera che ha un valore sociale e affettivo oltre il valore intrinseco: quel furto fu una vera e propria violazione della città – commenta il sindaco Vittorio Fiorucci –. I chicchi di melograno rappresentano sicuramente un segno di buon auspicio per la nostra città". Il colonnello Marseglia ha ricostruito la vicenda del ritrovamento del quadro, degna di un copione cinematografico "Nel 2019 uno “svuotacantine“ di origini tunisine, impiegato in un edificio di Imola, ritrova un sacco dell’immondizia con all’interno l’opera – spiega l’ufficiale dei carabinieri – . Rispettoso della figura della Madonna rappresentata nel dipinto, sceglie di non gettarla e di portarla presso la propria abitazione. Si arriva quindi al 2024, quando l’operaio decide di donare il quadro al proprio datore di lavoro; quest’ultimo, dopo alcune ricerche su internet, contatta le forze dell’ordine che fanno quindi partire gli accertamenti". Permettendo così a Gubbio di riabbracciare finalmente la Madonna del Melograno.
"Sono quattordici i dettagli – aggiungono le forze dell’ordine – che ci hanno fatto capire che questa fosse l’opera originale. Tra questi ci sono i due fori alla base della cornice, che grazie al confronto con fotografie del Museo Civico abbiamo potuto ricondurre alla targhetta descrittiva lì apposta". L’opera si è "miracolosamente" conservata nel corso degli anni: sempre grazie ad alcune immagini degli anni ’30 e ’70 è stato possibile constatare il praticamente perfetto stato di conservazione del quadro. Alla cerimonia, molto partecipata anche dalla cittadinanza, erano presenti anche il vescovo Luciano Paolucci Bedini, l’assessora a cultura e turismo Paola Salciarini e la direttrice della Scuola di specializzazione in Beni storico artistici di Gubbio, Cristina Galassi.
Federico Minelli