
Nel giro di pochi giorni sono risultati positivi al Covid 14 operatori su un totale di 29. Succede
alla Residenza protetta Opere Pie Donini, il complesso di via dei Ghezzi al Borgo Bello, che opsita 47 anziani non autosufficienti, metà dei quali vanno da 88 anni a salire. La struttura si è praticamente ritrovata con l’organico dimezzato. E quello che è rimasto è in fibrillazione. Una vera emergenza perché si tratta di un contingente del tutto insufficiente per fornire l’assistenza adeguata a questi pazienti. Il presidente Pier Giorgio Lignani si è messo subito in moto per reperire nuovo personale, ma non è cosa facile, visto il momento e la formazione professionale richiesta. "Ci siamo rivolti anche alle organizzazioni di volontariato, alle autorità pubbliche, persino alle Forze Armate. Le risposte che abbiamo avuto – riferisce Lignani – quando le abbiamo avute sono state insufficienti. Lunedì l’esercito manderà due infermieri".
Vista la situazione d’emergenza, presidente, direttrice Sanitaria (dottoressa Maria Luisa Mancini) e responsabile amministrativa (Cristina Abbatini) hanno scritto una lettera alle famiglie degli ospiti per informare della “gravissima situazione“ che si è verificata all’interno della Residenza protetta. "Ci troviamo in estrema difficoltà – ribadisce Lignani – nel garantire l’espletamento dei servizi, nonostante il personale rimasto in servizio stia lavorando anche con doppi turni, fino a che ci riuscirà".
Ma come mai questa situazione?
"Dall’inizio della pandemia nel febbraio scorso – riferisce il presidente – abbiamo adottato tutte le misure di prevenzione opportune e grazie a ciò siamo potuti giungere al gennaio 2021 senza che si fosse verificato alcun caso di contagio. Un risultato apprezzabile visto che in molte parti d’Italia le residenze per anziani sono state gravemente colpite dall’epidemia. Con il nuovo anno si è potuto finalmente procedere alla vaccinazione degli ospiti. Nella nostra struttura la somministrazione della prima dose è stata fatta il 10 gennaio, la seconda il 31 gennaio. Purtroppo, però, il personale è rimasto fuori fino al 10 febbraio, data nella quale alcuni hanno ricevuto la prima dose e sono ora in attesa di avere la seconda. Così è accaduto che a partire dai primi giorni di febbraio, in concomitanza con il riaccendersi di numerosi focolai, anche nella nostra struttura il contagio ha colpito buona parte dei collaboratori tra infermieri e operatori socio-sanitari, costretti l’oggi per il domani ad allontanarsi dal servizio per l’ isolamento domiciliare. Supposto che non sviluppino manifestazioni clinicamente rilevanti, non potranno riprendere servizio prima di almeno 14 giorni di quarantena. A queste assenze forzate se ne aggiungono altre dovute a motivi personali". L’epilogo della lettera non lascia dubbi: "Non sappiamo fino a quanto potremo fornire servizi di qualità ai nostri assistiti".
Silvia Angelici