
"La città di Orvieto si sta dimostrando molto generosa con i miei concittadini e il mio compito è ora di fare il modo che anche questa generosità venga contraccambiata nella maniera adeguata". Oleksandra Dzyubyk vive in Italia da oltre venti anni, sua figlia Anzhelika Savrayuk è una ginnasta azzurra che ha partecipato con la squadra italiana alle Olimpiadi di Pechino 2008. Da quando è scoppiata l’emergenza umanitaria collegata alla guerra in Ucraina trascorre tutte le proprie giornate a lavorare come volontaria nel centro di accoglienza per risolvere i tanti problemi collegati all’arrivo dei profughi dal suo paese che, fino ad oggi, sono oltre cinquanta, ma in costante aumento.
Oleksandra, come è la situazione dell’accoglienza dei profughi ad Orvieto?
"Molto positiva per quanto riguarda le generosità degli orvietani e l’organizzazione di questa emergenza grazie alla collaborazione di tante persone tra cui la protezione civile ed il Comune. Finora ci sono stati una dozzina di orvietani che hanno messo a disposizione gratuitamente le proprie abitazioni per offrire una prima sistemazione ai miei connazionali. La maggior parte di loro ha trovato accoglienza in famiglie di altri ucraini che vivono qui mentre una parte è stata sistemata in alcuni alberghi. La contessa Mila Brachetti Peretti che è alla guida del corpo nazionale delle infermiere volontarie della Croce Rossa ha aperto le porte della sua tenuta a Porano".
Come funziona l’organizzazione?
"I contatti con me avvengono in maniera spontanea. Le persone fuggono disperate dall’Ucraina dopo aver trascorso giorni tremendi. C’è un flusso continuo proveniente dalla Polonia e ci attendiamo nuovi arrivi. Queste persone hanno come unico riferimento i numeri e i recapiti che trovano in internet. Io vengo contattata perchè abbiamo messo on line i miei riferimenti, il mio telefono e l’informazione di quello che si sta facendo per loro ad Orvieto. Le richieste di aiuto arrivano senza sosta".
Cosa fa in concreto?
"La prima cosa è la traduzione linguistica dal momento che ho lavorato a lungo anche come interprete ed ora sono mediatrice culturale. C’è da fare da collegamento con tutti coloro che stanno dando una mano, ma agli ucraini servono anche informazione su come muoversi nella vita di ogni giorno. Ci sono mille questioni da risolvere, ma io dico loro che questa comunità che li accoglie ha anche i suoi problemi di cui devono tener conto perchè il rispetto deve essere reciproco e i profughi devono comportarsi in maniera adeguata, anche se finora non c’è alcun segnale diverso, anzi tantissima gratitudine e riconoscenza".
In Italia c’è chi sostiene che la resistenza ucraina rischia di prolungare il conflitto e creare altri morti, cosa ne pensa?
"Se il nostro presidente Zelensky non combattesse contro i russi, gli ucraini lo sostituirebbero immediatamente con un altro intenzionato a resistere. Zelensky interpreta la volontà del popolo ucraino che ha deciso di combattere per la libertà che è il valore più importante. Sento racconti di miei concittadini che si mettono in piedi davanti ai carri armati russi nel tentativo di bloccarli. Non possiamo arrenderci".
Cla.Lat.