Perugia, 16 luglio 2019 - «Remissione totale». Solo due parole, ma le più importanti per chi soffre di cancro. Tanto più se hai 37 anni e un figlio di pochi mesi da crescere. Pamela Angelelli, di professione allevatrice di cocker spaniel, se le è sentite pronunciare dai medici che l’hanno in cura a Tel Aviv, facendo avverare un sogno che è stato sostenuto da tutta l’Umbria: per lei, per consentirle di curarsi, nel giro di poche settimane sono stati raccolti più di 350mila euro. Pamela, originaria di Montefalco, ha scoperto di avere un tumore mentre era incinta, al sesto mese, lo scorso anno.
Le hanno detto, senza giri di parole, che aveva un linfoma primitivo del mediastino non-Hodgkin di tipo aggressivo. Diagnosi durissima, figurarsi se culli in grembo il tuo futuro. Ha sostenuto i primi cicli di chemioterapia con il suo piccolo ancora nella pancia. Nicola è nato, il 13 novembre del 2018, all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia: sano, bello e forte.
Ma per Pamela la battaglia era tutt’altro che finita. I cicli di chemioterapia si sono susseguiti, uno dopo l’altro. Fino al settimo, che non dava i risultati sperati, era fine marzo. La mamma di Montefalco è stata candidata a sottoporsi a una nuova terapia sperimentale chiamata Car-T, all’ istituto tumori di Milano. Una speranza concreta, finalmente, dopo mesi difficilissimi. Ma, c’è sempre un “ma”: la cura non è ancora disponibile in Italia perché, sembra, non siano ancora stati raggiunti gli accordi tra lo Stato e le aziende farmaceutiche. La terapia si può fare all’estero, in America o in Israele, ma costa: fino a 500mila euro.
E' a questo punto, nell’aprile scorso, che ha cominciato a prendere vita un «miracolo». La famiglia di Pamela ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma www.gofundme.com (è ancora attiva). E l’Umbria si è donata, ha aperto il cuore a Pamela e a suo figlio, alla loro vita insieme. Nel Folignate in particolare si sono susseguiti i bonifici per aiutare la mamma di Montefalco: ogni occasione è stata buona per raccogliere fondi.
Lo hanno fatto i papà degli alunni di una scuola riuniti per un torneo di calcetto, i cienti di una ferramenta, di decine di bar, uno studio dentistico, i rioni della Quintana, i gruppi parrocchiali, artisti e calciatori che hanno organizzato spettacoli e tornei. Pamela, la sua storia di madre-guerriera, ha scosso e commosso, ha convinto centinaia di persone a “muoversi” e donare.
Cifre importanti o piccoli sostegni: tutto è servito e i primi di giugno Pamela è potuta partire per Tel Aviv. Sono iniziate le cure e la 37enne è stata sottoposta alla Car-T: alcune cellule del sistema immunitario vengono prelevate dal paziente, geneticamente modificate in laboratorio per poter riconoscere le cellule tumorali e poi reinfuse nello stesso paziente.
Poi ieri il messaggio postato su Facebook nella pagina che segue la mamma, “Andrà tutto bene Pamela”: «Ragazzi oggi abbiamo bellissime notizie! Dopo aver fatto la Pet non c’è più traccia di niente! Remissione totale! Ora dovrò comunque rimanere qua sotto controllo per il pericolo degli effetti collaterali, purtroppo con le difese immunitarie a zero mi è venuta la febbre e ora ci sarà un nuovo ricovero ma qua sono pronti a tutto e sono fiduciosa! Grazie per il prezioso regalo che mi avete fatto! Ci aggiorniamo presto!».
Il post, accompagnato da una foto di Pamela sorridente, si chiude con le parole «remissione totale» seguite da tante emoticon di gioia. Due parole, solo due parole, che significano c’è futuro.