REDAZIONE UMBRIA

Omicidio Pamela, madre in tribunale con foto choc della figlia sulla maglietta

Perugia, processo di appello bis a Innocent Oseghale. Diverbio tra l'imputato e i parenti della vittima. Udienza rinviata al 22 febbraio

Perugia, 25 gennaio 2023 - Attimi di tensione a conclusione della udienza per il processo di appello bis a Innocent Oseghale, condannato per l'omicidio di Pamela Mastropietro. La corte d'assise d'appello di Perugia deve decidere sull'ipotesi di violenza sessuale per la quale la Cassazione ha rimandato gli atti a Perugia. Uscendo dall'aula, Oseghale, scortato dagli agenti della penitenziaria, è passato vicino ai genitori di Pamela e i suoi amici. La madre di Pamela, Alessandra, indossava una maglietta con le foto del corpo della figlia e l’ha mostrata ad Oseghale.

Lo scontro tra Oseghale e la madre di Pamela

Tra Oseghale e Alessandra Verni, la madre di Pamela, si è sfiorato lo scontro in aula. L'imputato ha rivolto alcune parole nei suoi confronti. Lei ha reagito cercando di scagliarsi contro di lui: "Dimmi... dimmi che vuoi" le sue parole. Si sono però interposti sia la polizia penitenziaria sia i carabinieri in aula e i due sono stati subito allontanati. Il momento di tensione c'è stato dopo che il presidente della Corte ha chiesto a Oseghale se avesse intenzione di partecipare alla prossima udienza (il processo è stato rinviato al 22 febbraio). L'imputato, dopo essersi confrontato con il suo legale, ha detto di no. La donna a quel punto ha commentato a voce alta il passaggio: "Adesso si viene a chiedere anche a un carnefice se vuole partecipare all'udienza oppure no. Mettiamogli pure un tappeto rosso a questo punto", ha detto al termine. 

La madre: "Carcere per sempre per chi l'ha uccisa"

"Mi aspetto giustizia da questo processo, quello che chiedo da cinque anni, giustizia. Ergastolo a vita per chi fa queste cose, Oseghale e tutti i suoi complici devono pagare": è quanto ha urlato Alessandra Verni fuori dal Palazzo di giustizia di Perugia "Pamela è stata violentata, è stata uccisa, è stata bastonata in testa, è stata torturata, è stata fatta a pezzi", ha detto la donna mentre teneva in mano le fotografie del corpo della figlia. "Mi aspetto che adesso - ha aggiunto - che lo Stato, la giustizia, le Procure facciano il loro dovere perché non si può permettere che dei carnefici girino a piede libero in una città, in Italia, perché nel nostro Paese questo non può essere accettato".

L'avvocato della madre: "Assurdo discutere su violenza"

"Tra pochi giorni saranno esattamente 5 anni da quel massacro: onestamente riteniamo che non dovevamo stare, qui dopo due gradi che nel merito avevano accertato, senza ombra di dubbio, la violenza sessuale, a discutere se questo reato sia accaduto o meno". L'ha dichiarato l'avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro, e legale della madre, Alessandra, a conclusione dell'udienza del processo di appello bis per l'omicidio della 18enne romana. "Al di là della pena quello che interessa - ha aggiunto il legale - sono la verità e la giusitzia dopo quello che è stato fatto a Pamela. Stare ancora qui a discutere se sia stata compiuta la violenza o meno, per questioni di lana caprina, lo riteniamo assurdo quindi sono comprensibili la rabbia e la amarezza dei genitori di Pamela, delle amiche, e direi, di tutta la società civile". 

Udienza rinviata al 22 febbraio

L’udienza comunque si è risolta con un nulla di fatto. Assenti, infatti, i due testimoni della Procura generale. Uno dei due, in particolare, non ha dato comunicazione della sua assenza e non è stato rintracciato. E’ stato disposto per lui l’accompagnamento coattivo, è stato anche multato. L’udienza è stata rinviata al 22 febbraio. Udienza alla quale Oseghale ha già dichiarato di non partecipare. Ulteriore benzina sul fuoco della rabbia dei parenti.