Terni, 15 maggio 2021 - «La crisi economico-finanziaria, aggravata dalla pandemia, porta con sé incognite per il futuro di tante famiglie. Il vostro territorio, poi, deve affrontare sfide ancora più preoccupanti a causa di prospettive lavorative che generano un clima difficile e incerto. In tale contesto, tutti sono chiamati ad un rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di solidarietà e di condivisione». Lo scrive papa Francesco in un messaggio indirizzato al vescovo di Terni, Giuseppe Piemontese, diffuso oggi in occasione della celebrazione del 40/o anniversario della visita di papa san Giovanni Paolo II all'Ast e alla città, avvenuta il 19 marzo 1981.
All'interno dell'acciaieria, a poca distanza dal piazzale dove il papa incontrò migliaia di lavoratori, si è svolta nel pomeriggio una solenne messa presieduta dallo stesso Piemontese. Nel suo messaggio Francesco si dice «spiritualmente vicino» con «l'affetto, la preghiera e l'incoraggiamento» al vescovo, ai lavoratori, agli imprenditori, alle autorità. «E' necessario adoperarsi con sollecitudine - continua il papa nella lettera - affinché le istanze etiche e i diritti della persona con mantengano il primato su ogni esigenza di profitto. La Chiesa, infatti, non è mai indifferente alla qualità della vita delle persone, alle loro condizioni lavorative, e avverte la necessità di prendersi cura dell'uomo e dei contesti in cui egli vive e produce, affinché siano sempre più luoghi autenticamente umani e umanizzanti». Per papa Francesco «lavorare è la prima vocazione dell'uomo, una vocazione che dà dignità all'uomo. Tutti sono chiamati a non sottrarre alle persone questa dignità del lavoro!». Per questo papa Bergoglio esorta «quanti sono coinvolti, a vario titolo, nel mondo del lavoro e dell'impresa, ad adoperarsi non solo perché il lavoro sia opportunamente tutelato, ma anche perché si attuino valide politiche sociali in favore della persona e della sua professionalità, considerando specialmente il ruolo cruciale della famiglia per l'intera società». «In tale prospettiva - conclude -, è necessario portare avanti con generosità progetti di solidarietà particolarmente nei confronti dei più deboli e meno garantiti».