REDAZIONE UMBRIA

Paratici, "gravi condotte di inquinamento"

Indagato anche l’avvocato del club Chiappero. La procura ipotizza che. sapessero dell’indagine

L’avvocato della Juventus, Luigi Chiappero e il Ds Fabio Paratici avrebbero ostacolato le indagini della procura di Perugia che ora parla di "gravi condotte di inquinamento probatorio" sul caso-Suarez, mentendo ai pm e facendo retromarcia sull’acquisto del campione uruguaiano non per motivi di mercato o di tempistica della cittadinanza ma piuttosto – ipotizzano – perché "sussistono fondati dubbi che i rappresentanti della Juve abbiano avuto contezza dell’esistenza dell’indagine in corso e delle attività tecniche". Forse sapevano delle intercettazioni e hanno cambiato strategia tra l’8 e il 14 settembre, tre giorni prima dell’"esame-farsa" all’UniStra per il certificato di conoscenza B1, unico documento mancante alla pratica già avviata nel 2019 e di cui era stato interessato "per una pronta soluzione un ministro della Repubblica (Paola De Micheli) e il capo di gabinetto dell’Interno". Il cambio di rotta avviene tra la prima chiamata dell’avvocato Maria Turco al Dg Simone Olivieri ("Dobbiamo fargli una roba da principianti") e l’ultima ("Lo deve dare esattamente come lo darebbe una persona che di mestiere non tira a pallone, è la linea di Torino"). "Questa inversione di rotta si fonderebbe, secondo le dichiarazioni di Chiappero – pienamente coerenti nella falsa rappresentazione con quelle di Paratici – sul presupposto inesistente che il Ministero dell’Interno avrebbe rappresentato l’impossibilità di definire la procedura di rilascio della cittadinanza nei tempi previsti per il tesseremaneto", scrive la procura. Quando per il Viminale – hanno dichiarato i prefetti sentiti come testimoni – era una quasi una prassi. Lo racconta Antonella Dinacci che chiamò Chiappero il 4 settembre e poi nei giorni seguenti: "Premetto che l’Amministrazione nei casi che presentano peculiarità, una volta accertata l’esistenza dei requisiti può procedere al rilascio della cittadinanza prima dei tempi previsti. L’urgenza della pratica era stata evidenziata dai miei superiori", spiega. Poi l’anomalia: quando la Dinacci prova a richiamare il legale torinese non riceve risposta. "Riferii al prefetto Rabuano che Chiappero non mi rispondeva dicendo che evidentemente era successo qualcosa".

Ora i pm si chiedono cosa.

Eri.P.