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Patologie autoimmuni, la risposta dalle cellule staminali

Un nuovo studio dell'Università di Perugia dimostra che le vescicole extracellulari delle cellule staminali del liquido amniotico possono riprogrammare le cellule immunitarie nelle patologie autoimmunitarie.

Patologie autoimmuni, la risposta dalle cellule staminali

PERUGIA - Un nuovo studio condotto dalle ricercatrici e dai ricercatori dell’Università degli Studi di Perugia, coordinati dalla professoressa Francesca Fallarino, ha evidenziato come le vescicole extracellulari derivanti dalle cellule staminali del liquido amniotico siano in grado di riprogrammare la funzione di specifiche popolazioni di cellule immunitarie che risultano disregolate nelle patologie autoimmunitarie.

La ricerca, ora pubblicata dallarivista “Journal of Extracellular Vesicles”, è stata condotta presso il laboratorio di Farmacologia del Dipartimento di Medicina e Chirurgia UniPg, ed è stata realizzata con il contributo delle dottoresse Rita Romani e Giorgia Manni.

Lo studio ha evidenziato la capacità delle vescicole extracellulari prodotte dalle cellule staminali del liquido amniotico di ripristinare la funzione di un particolare sottotipo di cellule dendritiche chiamate cDC2, che acquisiscono un fenotipo fortemente infiammatorio nelle patologie neurodegenerative e autoimmunitarie, come la sclerosi multipla. La ricerca nasce alcuni anni fa dall’idea del gruppo di ricerca di sfruttare inizialmente il liquido amniotico residuo dalle analisi dell’amniocentesi come fonte di cellule staminali importanti per le loro proprietà rigenerative e antinfiammatorie. . Il team più di recente ha poi pensato di isolare anche le vescicole extracellulari prodotte dalle stesse cellule staminali del liquido amniotico per studiarne le funzioni: l’utilizzo di queste e non delle cellule staminali, infatti, consente anche di superare alcune questioni etiche, biologiche ed economiche che spesso circondano le terapie cellulari con le staminali.