Pazienti costretti a ’emigrare’: "Spesi 54 milioni, ora basta"

La segretaria generale della UilP Umbria, Elisa Leonardi, evidenzia la problematica della mobilità passiva in sanità nell'Umbria, con un saldo negativo di 18 milioni nel 2022. La regione è penalizzata dalla fuga dei pazienti verso le regioni settentrionali, con un tasso di fuga del 21%, il doppio della media nazionale.

Pazienti costretti a ’emigrare’: "Spesi 54 milioni, ora basta"

Pazienti costretti a ’emigrare’: "Spesi 54 milioni, ora basta"

PERUGIA – "L’Umbria sconta troppa mobilità passiva in sanità e questo si ripercuote sulle fasce deboli e sugli anziani. Per questo è necessario impegnarsi affinché possa essere invertita questa tendenza". A dirlo la segretaria generale della UilP Umbria, Elisa Leonardi, commentando il rapporto Eures - Adoc, rielaborato su dati Agenas. "Stando ai numeri del rapporto – spiega Leonardi – la mobilità passiva in ambito sanitario porta sempre più soldi alle Regioni dell’Italia settentrionale, che risultano più attrezzate e attrattive, ma impoveriscono quelle dove risiedono i pazienti che necessitano di cure mediche e non trovano adeguate risposte nel proprio territorio. Le regioni che risultano più attrattive sono Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte. Le regioni da cui si ‘emigra’ sono poi tenute al rimborso di queste prestazioni. Un fenomeno che, sempre di più, porta allo spostamento non solo per gli interventi di alta specializzazione, ma anche di bassa e media complessità". "In questa fotografia l’Umbria non esce benissimo – spiega Leonardi - secondo l’ultimo Rapporto Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la nostra Regione ha speso nel 2022, 54 milioni per curare i propri cittadini fuori regione, e ha ottenuto ricavi per 36 milioni dalla capacità di attrarre pazienti da altre regioni, con un saldo negativo di 18 milioni. Altro dato preoccupante che emerge dal rapporto è l’indice di fuga dalla sanità locale, che in Umbria è del 21%: il doppio della media nazionale. La chiusura e gli accorpamenti dei reparti, i ritardi negli investimenti e le mancate assunzioni condiscono questi dati che pesano non solo sull’ente regione. Ogni soggiorno extraregionale porta spese di viaggi, soggiorni e vitto che aggrava la situazione e spinge verso la rinuncia".