"Pelata, ti spacco la testa". L’escalation di violenza

Interrogatorio di garanzia per i due cugini, minorenni, arrestati a Pozzuolo e accusati di stalking nei confronti di una coppia di anziani vicini di casa.

"Pelata, ti spacco la testa". L’escalation di violenza

I provvedimenti nei confronti dei due ragazzini sono stati eseguiti dai carabinieri

"È stato lui a scagliarsi contro di noi. Mai dato calci e pugni, ci ha aggredito lui e noi ci siamo difesi". Vogliono tornare a casa per l’inizio della scuola i due cugini arrestati a Pozzuolo Umbro e ora trasferiti in due strutture per minorenni fuori regione in esecuzione alla ordinanza di misura cautelare emessa dal Tribunale dal Tribunale per i Minorenni dell’Umbria su richiesta del pm Flaminio Monteleone. Davanti al gip Giuseppina Arcella ieri mattina i due ragazzi - sentiti nell’interrogatorio di garanzia assistiti dai difensori Fabio Maddalena, Raffaella Scoscini e Francesco Simioli - hanno respinto le accuse negando i pesanti addebiti. Quella descritta nelle carte dell’inchiesta (nata a seguito della denuncia di una coppia di anziani del posto) è una escalation di violenza innescata da liti di vicinato. L’accusa di stalking fa riferimento agli ultimi due anni in cui agli insulti "puttana, pelata, senza denti" si sarebbero aggiunte le minacce "tanto ti spacco la testa, tanto una bella fine non te la faccio fare", nonché "ti taglio il collo" pronunciata con in mano un coltello da cucina. Ma la situazione sarebbe precipitata il 13 giugno scorso, quando il litigio verbale sarebbe degenerato nell’aggressione fisica dei due giovani ai danni della coppia provocandogli "lesioni gravi" perché avrebbero colpito ripetutamente il marito in varie parti del corpo dopo "averlo strattonato e fatto cadere a terra" causandogli abrasioni allo zigomo, al gomito e al ginocchio, medicate in ospedale con una prognosi di 12 giorni. Mentre sulla donna uno dei due ragazzi si sarebbe accanito "con le mani al collo stringendo forte" cagionandole lesioni giudicate guaribili in 10 giorni. Nel capo d’imputazione sono riportati anche altri episodi in cui gli indagati avrebbero danneggiato una portafinestra dell’abitazione dei vicini "anche mediante il lancio di palloncini pieni d’acqua", comportamenti ripetuti che avrebbero portato nei coniugi "un perdurante e grave stato di ansie e paura, ingenerando negli stessi un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto, ovvero da costringerli ad alterare le proprie abitudini di vita". Dopo l’interrogatorio di ieri mattina il gip si è riservato la decisione in merito alle richieste di revoca della misura cautelare avanzate dalle difese.

Sa.Mi.