PERUGIA – Il 2025? "Sarà un annus horribilis per chi andrà in pensione, scontando un reddito già basso e sotto la media nazionale, e che ora dovrà fare i conti anche con l’aggiornamento al ribasso del coefficiente di trasformazione del montante contributivo". Così la segretaria generale della UilP dell’Umbria, Elisa Leonardi, che aggiunge: "il tutto porterà ad un calo del 2 per cento, da innestare su una retribuzione già più bassa della media nazionale. Il taglio del coefficiente, passato da 5,723 a 5,608 non è una decisione politica ma una questione tecnica, che comunque penalizza e penalizzerà chi andrà in pensione con un regime totalmente contributivo".
"Il tema è che tale numero, che determina l’ammontare dell’assegno pensionistico, è quello con cui va moltiplicato l’ammontare contributivo e che restituisce la cifra generale. Il taglio viene fatto, gradualmente, per l’allungamento dell’aspettativa di vita. Se consideriamo dunque che le pensioni umbre sono di media 100 euro più basse della media nazionale, per i neo pensionati medi la penalizzazione ulteriore sarebbe di 1.250 euro in un anno: una stangata pesante, alla quale si aggiunge l’aumento delle bollette. Una situazione, dunque - conclude Leonardi - contro la quale chiediamo interventi delle istituzioni nazionali e locali, perché troppo spesso gli anziani restano fuori dall’agenda delle priorità".
Intanto aumentano le segnalazioni, anche dalla Caritas, di persone in difficoltà economica. Si tratta molto spesso proprio di anziani, soli, bisognosi di cure sanitarie e di servizi.