
Una vita di lavoro con le mani nella terra, sui trattori, sotto il sole o con la neve, senza conoscere vacanze, per arrivare infine a una pensione da fame. L’importo medio delle pensioni agricole oggi in Italia è il più basso fra tutte le categorie di lavoratori. In Umbria ancora peggio: l’assegno mensile per un ex agricoltore è più magro della media nazionale. Cia Umbria accende i riflettori sulle pensioni agricole della nostra regione, analizzando gli ultimi dati dell’Inps.
Negli ultimi due anni, l’importo medio delle pensioni ai coltivatori, secondo le tabelle Inps, si è ridotto in modo costante: nel 2019 era di 634 euro, nel 2020 è sceso fino a 625 euro. Vanno peggio solo i pensionati che ricevono l’assegno sociale a livello nazionale, con un importo medio nello scorso anno di 416 euro. Altri dati su cui riflettere. Nel 2020 sono state 7.640 le nuove pensioni liquidate ai lavoratori del settore agricolo nel Centro Italia, di cui 851 in Umbria. Un numero più basso, quest’ultimo, rispetto al 2019, che contava 891 pensioni liquidate nella nostra regione. Ad appendere il forcone al chiodo, nel 2020, in Umbria sono state più le donne: 559 nuove pensioni liquidate alle imprenditrici agricole umbre, contro le 292 agli uomini.