REDAZIONE UMBRIA

Per le Smart Cities ci vuole Solerzia

Solerzia e Sentnet, due realtà con lo stesso team, stanno cambiando l'approccio al settore delle Smart Cities e dell'Energia Pulita. Prodotti innovativi, brevetti, bandi e strumenti europei contribuiscono alla crescita della startup umbra.

Per le Smart Cities ci vuole Solerzia

FOLIGNO – Nata nel 2017, Solerzia ha già dato prova di saper dire la propria nel mondo delle Smart Cities e dell’Energia Pulita. A dare origine al progetto un team di professionisti che si sono messi insieme partendo da competenze diverse: tecniche, amministrative e commerciali. "Il nostro primo prodotto – racconta Luigi Stancati, 32 anni, uno dei soci e marketing manager dell’azienda – è stato un palo fotovoltaico multifunzione". Da lì di strada ne è passata e il team si è allargato. Solerzia collabora con l’azienda madre Sentnet, più focalizzata su grandi impianti fotovoltaici. I prodotti sono tutti assolutamente innovativi e molteplici: pali e pensiline smart e solari per Solerzia, impianti agrivoltaici verticali e fotovoltaici galleggianti per Sentnet, solo citarne alcuni. Tutti protetti da brevetti e che hanno colto l’attenzione di grandi gruppi del settore, tra i primi clienti dell’azienda folignate. Solerzia e Sentnet, dunque, due realtà con lo stesso team che stanno cambiando l’approccio al settore. "Abbiamo un metodo ingegneristico e innovativo – dice Stancati – che mettiamo a disposizione per tutti coloro che vogliono far evolvere le cose per come vengono fatte fino ad ora: la sinergia tra queste due realtà permette di creare progetti sull’energia, il multiservizio e la digitalizzazione". Solerzia ha concluso quest’anno il percorso ed è diventata ufficialmente una ‘pmi innovativa’. Utilissimo per la crescita anche il ruolo dei bandi e degli strumenti europei, regionali e nazionali. "Abbiamo partecipato a tutto quello che potevamo. Fondamentale è stato il Pmi 2019, con un consistente contributo a fondo perduto". Non è tutto però rosa e fiori nella vita delle startup: "È complesso combattere con le banche per interessi e condizioni. Gli strumenti a disposizione ci sono ma i rapporti con gli istituti di credito, che spesso non tengono conto delle dinamiche di startup, sono complessi". Sul fare startup in Umbria: "Per noi non è stato un problema. Per questo tipo di tecnologie è probabilmente un po’ indietro, ma il momento storico è importante per il settore e c’è una profonda evoluzione della consapevolezza. Ci piace pensare che possiamo contribuire al cambio di cultura della nostra regione".