PERUGIA - Il braccialetto elettronico che la controllava ha iniziato a suonare e per la donna sono scattate le manette. Un episodio di stalking al "contrario", con la donna accusata si essere la responsabile di atti persecutori, e un uomo a esserne vittima, che, seppure più raro, conferma il rilievo del fenomeno da "codice rosso" che interessa anche l’Umbria. Che si tratti di stalking o di maltrattamenti in famiglia, gli interventi delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria è praticamente quotidiana. Con l’applicazione, da un lato, delle misure di prevenzione, come gli avvertimenti, e dall’altro con un crescente numero di denunce e segnalazioni che gli inquirenti leggono come una maggiore consapevolezza delle vittime e di maggiore sicurezza sulla possibilità di essere aiutate. L’episodio specifico riguarda una donna di 38 anni, accusata appunto di atti persecutori nei confronti dell’ex compagno. Che, il 27 dicembre era stata raggiunta da un’ordinanza che disponeva il divieto di avvicinamento alla parte offesa e ai luoghi dalla stessa abitualmente frequentati, con obbligo di mantenere una distanza di almeno 500 metri, emessa dal gip del Tribunale di Perugia. E che, nei giorni scorsi, nel centro storico di Perugia, è stata ritrova dove non doveva essere. La 38enne era nei pressi del luogo di lavoro dell’uomo. Su disposizione del pubblico ministero, la 38enne è stata trattenuta agli arresti domiciliari.
CronacaPerseguita il suo ex, donna di 38 anni fermata dalla Polizia