REDAZIONE UMBRIA

Scippo mortale, Maranini scrive ai carabinieri

Perugia, il grazie del figlio Marco: «La comunità non dimentichi questa tragedia»

Loredano Maranini morì a seguito di una rapina

Perugia, 5 aprile 2016 - Una lunga lettera per dire «grazie». Con le parole e il dolore di un figlio che si è visto uccidere il padre, Loredano Maranini, in mezzo alla strada. Alla Pallotta, strattonato da uno scippatore diventato responsabile di un omicidio. E poi ha ‘assistito’ da lontano ad un’indagine difficile, per un delitto maturato nell’improvvisazione. Il primo arresto, la scarcerazione, le polemiche. E, alla fine nelle settimane scorse il fermo, a Parma di quello che già i giudici del Riesame hanno ritenuto l’autore dello scippo mortale dell’ottobre scorso. Quando, secondo l’ultima risultanza investigativa, Abdallah Ardouni, marocchino di 39 anni inseguì a piedi il 72nne per strappargli il borsello.

«Sento l’indifferibile necessità di ringraziare la Procura, la dottoressa Valentina Manuali – scrive Marco Maranini, attraverso i suoi legali Giusy Mazzotta e Elena Cristofari – che, nel dirigere in maniera costante, cavillosa e discreta le indagini, ha saputo abilmente coordinare l’operato delle forze dell’ordine». E ancora: «Ringrazio i carabinieri il cui merito principale è stato quello di credere fermamente che – nonostante l’aver perso i primi preziosissimi giorni per le indagini indirizzate, non per loro responsabilità, verso un soggetto poi risultato estraneo – nulla era perduto». Dal comandante provinciale Cosimo Fiore, al maggiore Carlo Sfacteria, al capitano Salvatore Pascariello. «Hanno saputo svolgere il loro lavoro in maniera seria, scrupolosa ed intelligente, dimostrando come un’indagine cavillosa, costituita non solo da tecniche moderne ma anche da strategie consolidate nel tempo oltre che da un innegabile istinto investigativo, molto spesso paga. Ringrazio, inoltre, l’Arma perché mi ha dimostrato che ci sono ancora persone che, indipendentemente dal salario di fine mese, impiegano tutte le loro risorse non semplicemente per fare il loro lavoro, ma per farlo bene. Quello di cui ho bisogno ora è che la città, che in questi mesi mi è sempre stata vicina e che è rimasta profondamente scossa dalla vicenda, faccia uno sforzo ulteriore affinché la tragedia non finisca nel dimenticatoio. Un gesto del genere è un affronto non solo ad una famiglia, ma ad un’intera comunità». Marco Maranini si «augura ora una pena adeguata». Anche se nulla potrà «ricompensare l’enorme perdita. Auspico che il sacrificio di mio padre sia da monito a chi delinque che si espone al pericolo di trovarsi contro non solo una famiglia, ma un’ intera comunità».

Eri.P.