Le licenze di pesca sono passate da circa 16mila a 11mila nel 2018, per poi scendere fino alle 8.500 del 2023. I tesserini sono passati dai 7mila del 2018 ai 3.800 dell’ultima stagione. Numeri drammatici quelli illustrati nella Terza commissione consiliare dell’Assemblea legislativa, che testimoniamo di un settore in fortissima crisi, al pari di quanto accade da anni anche nella caccia. I praticanti insomma sono sempre di meno e sempre più scoraggiati. Le associazioni ittico-sportive umbre hanno avuto modo di rappresentare alla Terza Commissione le gravi difficoltà in Umbria e le loro aspettative in fase di revisione della Carta e del Piano ittico, per cercare di invertire numeri drammatici per il settore. Dagli interventi dei rappresentanti di Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee, Legambiente, Arcipesca, ‘Caccia, Pesca e ambiente’ è emerso che è stato già attivato un iter di confronto con la Giunta regionale per l’aggiornamento di Piano e Carta ittica, il cui aggiornamento dovrebbe auspicabilmente arrivare entro la fine della Legislatura. "Ma il calo delle licenze, anche di caccia, è legato a modifiche culturali, è fisiologico e non strettamente connesso alle difficoltà che vengono segnalate" ha spiegato il funzionario dell’assessorato regionale Michele Croce.
"Un trend negativo che noi della Lega vogliamo tentare di contrastare con ogni mezzo, a partire appunto da una Carta e un Piano ittico che siano meno penalizzanti per i pescatori, fino alla revisione, se necessario, della legge 15/2008", ha detto il consigliere della Lega Manuela Puletti, assieme al collega Valerio Mancini, al termine dell’audizione sulla revisione di Carta e Piano ittico