DONATELLA MILIANI
Cronaca

Sedicenne pestato a sangue, racconto choc di un coetaneo: "Il mio amico su quella panchina, capo riverso e sguardo nel vuoto"

Tra i primi accorsi sul viale della brutale aggressione un diciottenne che conosce bene la vittima finita in ospedale. "Poco prima in pista il fuggi fuggi generale, c’era uno con il taser"

Città della Pieve, 10 agosto 2023 – «Appena mi hanno avvertito che là sopra si erano picchiati sono corso su per le scale. Quando sono arrivato sul viale mi si è gelato il sangue nelle vene: il mio amico Ale era steso sulla panchina con la testa reclinata da una parte e il ghiaccio nell’altra. Era bianchissimo, sguardo nel vuoto, non parlava...".

A raccontare a La Nazione del tragico pestaggio costato il ferimento di due ragazzini, di cui uno, 16 anni, finito in Terapia intensiva all’ospedale di Perugia in gravissime condizioni, è un pievese di 18 anni.

Lui era presente lunedì notte nel locale all’aperto nel parco di Città della Pieve dove sarebbe iniziato, per futili motivi forse legati ad apprezzamenti rivolti a una ragazzina arrivata in compagnia del 16enne finito in terapia intensiva, l’acceso diverbio tra vittime e aggressori. Tutti a quanto pare minorenni.

"Vi racconto quello che so – spiega ancora incredulo della gravità dell’accaduto il nostro interlocutore –, ma per favore non mettete il mio nome sul giornale. Questi tipi non scherzano... – aggiunge senza nascondere la preoccupazione per eventuali ripercussioni –. Pensi che a un certo punto dalla pista all’aperto dove centinaia di ragazzi ballavano tranquilli, c’è stato il fuggi fuggi generale per via di due tipi di cui uno con un tirapugni e l’altro con un taser".

Qualcuno li avrebbe affrontati dicendo loro di andarsene da quel posto dove intere generazioni di pievesi ricordano di aver trascorso spensierate sere d’estate tra il tavolo da ping pong, le sfide a freccette, le chiacchiere, la musica e i balli in pista. Un posto da sempre tranquillo trasformatosi in un inferno.

E’ proprio a pochi passi da quel locale infatti, poco sopra, nel viale che porta al monastero delle Clarisse, che il 16enne finito in Rianimazione e un altro suo amico sarebbero stati attirati dai loro aggressori per un chiarimento, trasformatosi poi in un vero e proprio pestaggio.

"Ecco – dice il nostro interlocutore mostrando la foto del 16enne in Rianimazione che rimanda il volto acqua e sapone di quello che appare poco più che un bambino – è lui il mio amico. Vede? Non ha ancora nemmeno tracce di barba sul volto. E’ poco più di un metro e 60. Sembra assurdo che stia lottando tra la vita e la morte. Chi era lì mi ha detto che hanno iniziato a colpirlo da dietro, forti botte in testa. So che lo hanno operato, spero si riprenda. Appena possibile andrò a trovarlo"

D. Miliani