ANNALISA ANGELICI
Cronaca

"Pillola abortiva anche in day hospital" La Regione si adegua, ma la battaglia continua

di Annalisa Angelici

La Regione si è adeguata e ha deliberato di "adottare le nuove indicazioni aggiornate a seguito del parere favorevole espresso dal Consiglio Superiore di Sanità nella seduta straordinaria del 4 agosto 2020 (...) lasciando alla donna la possibilità di scegliere il regime di ricovero come previsto dalla legge 19478". Adesso è legge anche in Umbria: nessun obbligo al ricovero di tre giorni per chi sceglie l’aborto chimico. La decisione in tal senso era stata presa dalla Giunta Tesei ad aprile. Ne era scaturita una sollevazione popolare. Politica, sindacati, associazioni di donne, studiosi: una raffica di manifestazioni di protesta contro una decisione che era ritenuta lesiva e limitante della la libertà delle donne, in una circostanza così delicata come l’aborto.

Alla fine, anche in seguito al gran clamore, il ministro Roberto Speranza aveva deciso di chiedere un parere al Consiglio Superiore di Sanità che, all’inizio di agosto, si era espresso: la pillola abortiva RU486 può essere essere assunta anche in day hospital (e fino al 63esimo gorno di gestazione). La Regione aveva preso atto di quel parere annunciando che si sarebbe adeguata quanto prima. Con la delibera del 2 dicembre la Giunta decide di "adottare le nuove indicazioni aggiornate a seguito del parere favorevole espresso dal Consiglio Superiore di Sanità nella seduta straordinaria del 4 agosto 2020 “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria della gravidanza con mifepristone e prostaglandine” nelle strutture pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale e autorizzate dalla Regione, lasciando comunque alla donna la possibilità di scegliere il regime di ricovero come previsto dalla L. 19478".

Insomma, battaglia vinta. Secondo la Rete Umbra per l’Autodeterminazione solo in parte: "Ora chiediamo che gli ospedali si organizzino in fretta per applicare le procedure e soprattutto che la pratica dell’aborto farmacologico si possa finalmente fare anche nei due principali ospedali della Regione, quello di Perugia e di Terni. Chiediamo inoltre – sottoline anche l’associazione – che la Regione aggiorni il nomenclatore tariffario in modo da permettere ai consultori, adeguatamente attrezzati e formati, di praticare l’aborto farmacologico. Infine chiediamo che la Regione Umbria provveda, come già fanno altre regioni, a rendere la contraccezione gratuita per tutti così come previsto dalla legge 194!".