Primo frame: due mani che impugnano una pistola, poi il rumore secco e metallico della "scarrellata" che mette il colpo in canna. L’arma è sicuramente finta, roba da softair (o almeno si spera), ma l’assenza del tappo rosso la fa sembrare inquietantemente vera. Secondo frame: uno, due, tre spari all’aperto, mentre il branco ride ed inneggia a due "pistoleri" che con il braccio teso puntano il cielo. E poi altre immagini: di ragazzi che passeggiano, che fanno selfies, ma anche che si azzuffano; quindi a bordo di un treno, mentre si fanno riprendere con le pistole in mano ed il volto travisato, che contano i soldi, e tanti, o che fanno i bulli davanti ad una gazzella della Polizia.
C’è questo ed altro nei due video che stanno circolando sottotraccia in questi giorni tra Città di Castello ed Umbertide, rimbalzando di telefonino in telefonino. Ragazzi molto giovani italiani e stranieri, qualcuno poco più di un bambino, che fanno il verso alle gang giovanili che da tempo hanno riempito le cronache delle grandi città ma che quasi mai, fino adesso, erano entrate in quelle locali.
Chi ha visto i due video non rimane indifferente di fronte a tanta sfacciataggine, alla strafottenza di ragazzini che emulano si i grandi, ma quelli sbagliati e nel modo sbagliato. I video sono finiti nelle mani delle forze dell’ordine e della Magistratura. Saranno loro a stabilire - le indagini sono in corso - se è stato valicato il limite tra il gioco e la realtà.
C’è preoccupazione anche all’interno della ex Fcu, scelta come scenario in più di un passaggio. In uno dei due filmati, miscellanea di altri videoclip realizzati con un cellulare in ore e circostanze diverse e poi montati insieme, i protagonisti sono dentro la sala d’aspetto della stazione di Umbertide, di notte, dove "scarrellano" una pistola prima di spostarsi nel cortile interno e sparare tre colpi (a salve sicuramente), nettamente uditi da un cittadino che abita in zona. Un’altra serie di "frames" mostra una decina di adolescenti all’interno di un vagone del treno: tre di essi con il passamontagna sul viso esibiscono altrettante pistole; cambio veloce di scena ed ecco mani che contano decine di banconote da 50 e da 100 euro che non sembrano certo fac-simili.
Saranno gli inquirenti a fare chiarezza su quelle pistole senza tappo rosso, sui passamontagna e soprattutto sui soldi, indagini avviate da giorni che dovranno far luce anche su quella che dalle immagini pare una rissa avvenuta al Parco Morandi, di notte, dove i ragazzi (e qualche ragazza) si sono dati appuntamento. Si dice che si tratti di due bande, una di Città di Castello e l’altra di Umbertide, forse complici o forse rivali. Alla fine si tratta forse solo di ragazzini con addosso la voglia di stupire, di giocare ad un gioco più grande di loro, di fare colpo in una sorta di "Gomorra" in salsa paesana, altrimenti non si spiegherebbe l’ingenuità di girare i video e metterli sui social. Certo è, però, che quel colpo è arrivato dritto nello stomaco di tanti. Ed ha fatto male.
Pa.Ip.