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Politici e vip spiati: inchiesta sui dossier. Indagato anche il pm antimafia Antonio Laudati

Fascicolo aperto inizialmente a Roma in seguito a una denuncia del ministro Guido Crosetto dopo la pubblicazione di notizie riguardanti la sua precedente attività professionale

Dossier ai danni Crosetto e altri, si indaga sull'uso dei dati

Perugia, 1 marzo 2024 – Il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati è indagato dalla procura di Perugia nell'ambito dell'inchiesta sui presunti accessi abusivi alle banche dati con le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette che coinvolge Pasquale Striano, tenente della guardia di finanza che era in servizio allo stesso ufficio.

Fascicolo aperto inizialmente a Roma in seguito a una denuncia del ministro Guido Crosetto dopo la pubblicazione di notizie riguardanti la sua precedente attività professionale.

La notizia del coinvolgimento di Laudati è riportata da Corriere della sera e Repubblica. Laudati - in base a quanto viene scritto - “ha ricevuto un mandato a comparire ma non si sarebbe presentato all'interrogatorio”. Sarebbe accusato di accesso abusivo a sistemi informatici e banche dati, in concorso con Striano, e falso.

Interpellata dall'Ansa la procura di Procura di Perugia non ha voluto in alcun modo intervenire sulla notizia. A Laudati - che era stato in passato responsabile del servizio Sos (Segnalazioni operazioni sospette) - sarebbero contestati casi di dossieraggio, alcuni anche non strettamente legati a personaggi pubblici. «Sono sicuro di poter chiarire tutto», ha però detto a Repubblica. A Perugia Striano è indagato per accesso abusivo a sistema informatico e ha sempre sostenuto di avere agito con correttezza.

La difesa del Pm Laudati

“La circostanza che il dottore Laudati non si sarebbe presentato all'interrogatorio, intendendo avvalersi della facoltà di non rispondere, è del tutto falsa. Altrettanto falso che risponderebbe del reato di divulgazione di informazioni riservate. Si tratta di notizie intrinsecamente diffamatorie, che ledono la reputazione del mio assistito". Lo sottolinea, in una nota, l'avvocato Andrea R. Castaldo, legale del sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati. “Vero invece che il dottore Laudati - sottolinea l'avvocato - alla data stabilita risponderà, avendo modo di chiarire la completa estraneità ai fatti contestati”.

Il legale precisa anche come “l'attuale vicenda processuale nasca proprio a seguito di una relazione di servizio a firma del dottore Laudati rivolta alla Procura della Repubblica di Roma, nella quale si circostanziavano irregolarità commesse da un ufficiale della Guardia di Finanza”. “In ogni caso, gli addebiti contestati non riguardano minimamente personaggi politicamente esposti", spiega Castaldo. “L'approfondimento investigativo consentirà di chiarire la piena legittimità dell'operato del dottore Laudati, anche per i profili eventualmente calunniosi operati nei suoi confronti, il quale conferma la fiducia nell'operato della giustizia”.

L’attività di dossieraggio

Ha riguardato il ministro della Difesa Guido Crosetto ma anche numerosi altri personaggi l'attività di dossieraggio attraverso banche dati della procura nazionale antimafia al centro dell'indagine della procura di Perugia. Gli accertamenti sono quindi mirati ora a stabilire da chi e per quali motivi siano state utilizzate le informazioni. Se per scopi giornalistici o altro. I magistrati perugini guidati da Raffaele Cantone hanno lavorato in questi mesi nel massimo riserbo.

L’indagine

Un’indagine complessa condotta dal procuratore del capoluogo umbro Raffaele Cantone volta a capire che cosa si nascondeva dietro l’incontrollata moltitudine di accessi alla banca dati delle ‘Sos’ — le segnalazioni di operazioni sospette che partono dalle banche e finiscono agli inquirenti — da parte di un ufficiale della Guardia di Finanza che si muoveva dietro lo scudo della Direzione nazionale antimafia.

Il finanziere, secondo i pm, avrebbe dunque scaricato atti riservati senza autorizzazione. La vicenda è partita dopo una segnalazione del ministro della Difesa Guido Crosetto in seguito a un articolo del giornale Domani.

Le ‘Sos’

L’ipotesi della procura è che il finanziere abbia interrogato il sistema informatico interno per scaricare atti riservati senza autorizzazione. Nel mirino le transazioni anomale che le banche e gli operatori finanziari hanno l’obbligo di comunicare all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) di via Nazionale. Che vengono trasmesse per legge alla Dna e al Nucleo Valutario della Gdf.