PERUGIA – Cambiare i paradigmi della fertilizzazione per rendere le coltivazioni, a partire da quelle di olivo e pomodoro, sempre più sostenibili, riducendo l’inquinamento delle falde e del suolo e la salinizzazione del bacino del Mediterraneo: è questo l’obiettivo del nuovo progetto europeo SafeH2OFarm, che vede l’Università degli Studi di Perugia con il Dipartimento di Scienze Agrarie coordinatore internazionale tra i partner promotori in un’importante rete di enti di ricerca di Cipro, Croazia, Germania, Israele, Spagna e Turchia. L’iniziativa è stata il secondo appuntamento di disseminazione del progetto con la partecipazione della delegazione umbra rappresentata da Michela Farneselli, docente del DSA3 dell’Ateneo perugino e coordinatrice internazionale del progetto. Il progetto, che proseguirà fino al 2026, vedrà l’Ateneo sviluppare attività di ricerca focalizzandosi su aspetti agronomici e ambientali che riguardano la prevenzione e riduzione della lisciviazione dei nitrati e degli agrofarmaci, come erbicidi, fungicidi e insetticidi, sia su pomodoro da industria coltivato in pieno campo che su olivo, che sono specie coltivate diffusamente anche in Umbria e sulle quali il team del Dipartimento DSA3 ha consolidate esperienze di ricerca. Le produzioni agricole intensive utilizzano infatti grandi quantità di input chimici come azoto e agrofarmaci, applicati per garantire rese elevate.
La gestione impropria di questi elementi, in combinazione con un’irrigazione eccessiva, può quindi causare l’inquinamento e la salinizzazione dei corpi idrici e del suolo soprattutto nelle regioni mediterranee, dove le produzioni agroalimentari costituiscono uno dei settori economici più importanti.