
Pontificale di Sant’Ubaldo. Il vescovo agli eugubini: "Gioia, ascolto e dialogo"
Dopo l’euforia della Festa dei Ceri del 15 maggio, nella giornata di ieri la città eugubina ha celebrato il Santo Patrono Ubaldo nell’864° anniversario della sua morte, avvenuta appunto il 16 maggio 1160. Lo ha fatto con la solenne messa pontificale presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e concelebrata da numerosi sacerdoti del clero diocesano in una gremita Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo, alla presenza di autorità civili e militari, oltre che dei rappresentanti delle città e delle comunità gemellate con Gubbio, salutati dal vescovo nell’omelia.
Paolucci Bedini ha rimarcato l’importanza del concetto di “hilariter”, come scritto anche da Papa Celestino II nella bolla di canonizzazione di Sant’Ubaldo del 5 marzo 1192: "Effetto della celebrazione attorno al Vescovo Ubaldo – ha esordito il vescovo – era lo scaturire di una gioia profonda, che riempiva i cuori degli eugubini e ne trasformava le esistenze. Fonte di questa gioia vera era la presenza provvidente e la bontà misericordiosa di Dio Padre, che il nostro Patrono continuamente invocava nella preghiera e testimoniava con la vita".
Un insegnamento che è rimasto attuale nonostante i secoli trascorsi, che deve essere ascoltato e concretizzato nella vita di tutti i giorni ma anche e soprattutto nella Festa dei Ceri: "Perché un popolo viva nella gioia e nella serenità occorre che impari l’umiltà del perdono reciproco, in modo tale che ogni tensione o conflitto non creino distanza e divisione, ma vengano superati, nell’ascolto e nel dialogo, a favore del bene di tutti. Chi ha governato come pastore questa comunità sa bene, e ce lo insegna, che solo il sapersi tutti figli amati, e per questo perdonati, dall’unico Padre di tutti, fa di noi dei fratelli chiamati a vivere insieme e a condividere la responsabilità di riuscirci. Quante volte Sant’Ubaldo – conclude Paolucci Bedini – è intervenuto nella vita cittadina ed ecclesiale chiamando i suoi semplicemente figli e fratelli! E continua a farlo anche oggi, nei confronti di ciascuno, per aiutarci a godere insieme di una gioia duratura, che è vera perché non dipende da noi e non esclude nessuno".