DANIELE CERVINO
Cronaca

Porta Pesa ieri e oggi. La grande bascula e l’ufficio del dazio per pesare le merci

La storia del quartiere attraverso le cartoline in bianco e nero. L’Arco dei Tei è stato ristrutturato due anni fa con l’Art Bonus.

La storia del quartiere attraverso le cartoline in bianco e nero. L’Arco dei Tei è stato ristrutturato due anni fa con l’Art Bonus.

La storia del quartiere attraverso le cartoline in bianco e nero. L’Arco dei Tei è stato ristrutturato due anni fa con l’Art Bonus.

Dove oggi si trova una rotonda stradale, prima c’erano alti cancelli e colonne per chiudere il passaggio verso il centro storico di Perugia. Poco più in là, attraversata quella barriera di ferro si poteva trovare l’ufficio della ricevitoria del Dazio e la grande bascula posta dal Comune nell’800. Da qui, un’intera generazione di perugini è passata con carretti, trainati dagli asini, carichi di merce che veniva pesata prima di entrare nel cuore della città. E per farlo, si attraversava poi l’Arco dei Tei. Quel varco a Perugia è diventato un simbolo, che ha dato il nome all’intero quartiere: Porta Pesa.

Il maestoso passaggio è intriso di storia. "E’ stato costruito con pietra arenaria, risale all’incirca al XII – XIII secolo ed è parte di una prima cinta muraria esterna al perimetro etrusco", spiega Adriano Piazzoli, perugino doc, memoria storica della città. Ci accompagna nel passato di questo splendido quartiere, un tempo ricco di botteghe artigiane e persone provenienti da tutta la regione per la originaria presenza della bascula per la pesa dei carri. "L’arco prende il nome dei Tei, famiglia gentilizia del borgo che qui abitava e possedeva edifici in Borgo Sant’Antonio – sottolinea Piazzoli mostrando le sue cartoline - Le Porte Daziarie invece furono installate dopo l’Unità d’Italia e tolte alla fine degli anni ’30, prima dello scoppio della Seconda Guerra mondiale. La bascula e il piccolo ufficio del dazio furono invece tolti nella prima metà degli anni ’70". L’arco dei Tei è stato ristrutturato due anni fa, tornando al suo splendore. Un’opera antica e preziosa, il cui intervento di recupero è stato finanziato dall’azienda perugina Riccini con un contributo di 110mila euro nell’ambito dell’Art Bonus.

Attraversata Porta Pesa, procedendo in via Pinturicchio, sulla destra si trovava l’ex Convento. "Durante il Fascismo prese il nome di ’Barillaro’ - continua Piazzoli, indicando con il dito gli interni di quel luogo illustrato nelle foto delle cartoline dell’epoca - Era diventato Circolo rionale Fascista e prendeva il nome di un medico di 33 anni, Arturo Barillaro, residente a Perugia e caduto nella Guerra di Spagna del 1936. Era luogo di ritrovo, vi si svolgevano conferenze, intrattenimenti vari come tombole, ping pong, scacchi e - se pur non gradito - il gioco delle carte. Nel chiostro all’aperto si svolgevano sedute sportive e balli". Dopo la fine della Guerra, quel luogo vide cambiare segno politico varie volte, ma rimase sempre l’attività ricreativa e culturale. Oggi quegli spazi ospitano la scuola Ugo Foscolo.