Perugia, 29 ottobre 2020 - Sarà trasferito in giornata con uno dei genitori al Covid hotel Villa Muzi di Città di Castello il tredicenne positivo al coronavirus costretto a dormire in auto per non contagiare il resto della famiglia che vive in una piccola casa di Perugia. Lo ha l'assessore alle Politiche sociali del Comune del capoluogo umbro Edi Cicchi. Questa si è subito attivata per risolvere la situazione in collaborazione con la Usl e con la Regione. La struttura tifernate è una di quelle individuate per ospitare le persone positive al virus ma asintomatiche o quelle in quarantena che non hanno posti idonei dove stare.
Ad appena 13 anni, martedì è risultato positivo al Covid, ed è stato costretto a dormire in auto con il padre all’esterno che lo sorvegliava, per evitare di contagiare la mamma e le sorelline di 2 e 9 anni. La casa dove vivono - una piccola stanza, un cucinino e un bagnetto – in pieno centro storico a Perugia è troppo piccola anche solo per ipotizzare l’isolamento e il distanziamento obbligatorio, come previsto dai protocolli sanitari per evitare la diffusione della pandemia.
E così Yassin, 49 anni, imbianchino disoccupato di origini algerine dal ’95 in Italia (e dal ’98 regolare) ha fatto una scelta drammatica: isolare il figlio dentro la sua auto, una vecchia station wagon e restarlo a vegliare a distanza per non contagiarsi ma non lasciarlo solo: "Se mi ammalo io non posso nemmeno dare da mangiare alla mia famiglia". L’alloggio popolare di cui fa richiesta da 12 lunghi anni ancora non gli è stato assegnato e per il bando-2019 Yassin è in attesa di una risposta del Comune. Si è posizionato al 35esimo posto ma sono in corso le verifiche. Che non tengono conto ovviamente di chi è costretto a vivere nella precarietà. Ecco l’altra faccia del virus. Quella che annienta chi già vive ai margini della società, in condizioni economiche disastrose