PERUGIA - Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, padre e figlia raggiunti da ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sui un presunto traffico illecito di carne di cavallo. Nello specifico, il sodalizio individuato dai carabinieri del Nas di Perugia, avrebbe avviato alla macellazione clandestina in Puglia cavalli non destinati alla produzione alimentare. L’uomo, un allevatore di Cannara, la figlia e altre quattro persone sono accusati di associazione per delinquere, maltrattamenti ed uccisione di equini, commercio di cose pericolose per la salute e falsità ideologica in pubblici registri. Secondo l’accusa l’allevatore sarebbe il promotore dell’organizzazione che avrebbe recuperato cavalli vecchi o malati in tutta Italia. La carne sarebbe stata, poi, commercializzata in violazione di norme sulla salute, visto che alcuni degli animali macellati avrebbero subìto trattamenti farmaceutici. Inoltre, sarebbero scomparsi dalla Banca dati nazionale degli equini grazie alla presunta complicità di una funzionaria dell’associazione allevatori Umbria e Marche, che avrebbe "manomesso" l’anagrafe.
CronacaPresunto traffico illecito di carne di cavallo