Era stata problematica e si era conclusa non senza polemiche all’interno della comunità e della chiesa locale, anche l’ esperienza vissuta nella diocesi eugubina da Don Claudio Crescimanno, sacerdote in questi giorni al centro di una controversa vicenda esplosa nella Diocesi di Reggio Emilia, in una comunità di Casalgrande Alto. Il rilievo attuale sembra essere quello di celebrare messe senza la necessaria autorizzazione. Il tutto su segnalazione di alcuni fedeli. Come riportato dal Resto del Carlino, "dagli uffici del vescovado reggiano, retto da don Massimo Camisasca, sono partite tre raccomandate. Una verso la comunità, dove si intimava lo stop alle funzioni religiose, in mancanza dell’autorizzazione del vescovo, così come dice il diritto canonico. Un’altra verso il vescovo di Isernia, diocesi dove risulta ancora essere incardinato don Crescimanno" e "un’altra per la Congregazione del Clero, nello Stato del Vaticano, organo superiore che potrebbe intervenire sulla querelle in corso".
Don Claudio Crescimanno, proveniente dalla diocesi di Isernia, era stato nominato nel febbraio 2011 dall’attuale vescovo emerito Mario Ceccobelli, parroco di Cantiano, confinante comune marchigiano appartenente alla diocesi di S.Ubaldo. Purtroppo era finito ben presto in rotta di collisione con il presule per un modo di procedere e di operare ritenuto non in linea con le indicazioni del Papa e dello stesso Vescovo, oltre che con l’obbedienza ad essi dovuti. Alla fine, vista l’inutilità dei molteplici tentativi, era arrivata la sua rimozione da parroco, sostituito nel 2016 da don Marco Cardoni.
G.B.