
I controlli nella zona di Fontivegge
Il Reparto prevenzione crimine Umbria-Marche sembrerebbe andare verso lo smantellamento. Istituito una decina di anni fa, con sede nella questura di Perugia, aveva rappresentato una misura tangibile a sostegno della sicurezza sul territorio, in un periodo segnato anche da episodi eclatanti. Ora la paventata chiusura. Contro la quale, il Siulp, sindacato unitario dei lavoratori di polizia, ha proclamato lo stato di agitazione proprio del personale in servizio al Reparto prevenzione crimine. "Questa decisione – conferma il sindacato – è stata presa in seguito a una partecipata assemblea, durante la quale le poliziotte e i poliziotti hanno espresso un deciso no alla chiusura del Reparto". "Le recenti comunicazioni dell’amministrazione, che hanno annunciato la soppressione hanno sollevato un’ondata di preoccupazione e sconforto tra gli operatori di polizia" prosegue il sindacato con il segretario regionale Luca Malossi e con quello provinciale, Massimo Pici. "Il Reparto svolge un ruolo cruciale nel garantire la sicurezza nei territori di Umbria e Marche. Gli operatori, con impegno e dedizione, contribuiscono a rafforzare i dispositivi di controllo del territorio, spesso sacrificando il proprio tempo e le proprie famiglie. La decisione di chiuderlo appare incomprensibile, soprattutto considerando la crescente richiesta di sicurezza da parte dei cittadini". Il Siulp sottolinea come sia "inaccettabile trattare i servitori dello Stato come semplici numeri, ignorando professionalità e competenze". Il Siulp lancia un appello alle istituzioni. Una prima risposta arriva da palazzo Cesaroni, con il consigliere del Pd, Stefano Lisci che annuncia una mozione "con cui impegna la Giunta regionale ad attivarsi per scongiurare questo rischio". "L’Umbria non può rinunciare a un presidio di sicurezza importante come il Reparto prevenzione crimine. Ho accolto il grido d’allarme lanciato dal Siulp e credo sia necessaria una mobilitazione da parte delle istituzioni, a tutti i livelli".