REDAZIONE UMBRIA

Preziosi pezzi d’archeologia nel negozio d’antiquariato

Sono stati rinvenuti a Firenze dai carabinieri per la Tutela del patrimonio di Perugia. Identificati, catalogati e restituiti all’ambasciatrice del Guatemala .

Preziosi pezzi d’archeologia nel negozio d’antiquariato

Sono stati rinvenuti a Firenze dai carabinieri per la Tutela del patrimonio di Perugia. Identificati, catalogati e restituiti all’ambasciatrice del Guatemala .

Sono stati restituiti all’ambasciatrice del Guatemala, Olga Maria Peréz Tuna, dal comandante il Nucleo carabinieri Tutela patrimonio culturale di Perugia, tenente colonnello Guido Barbieri, tre manufatti archeologici di pregiata fattura risultati frutto di illecita esportazione e detenzione. I beni archeologici di epoca ispanica-precolombiana, sottoposti a sequestro e fatti visionare da un esperto funzionario della Direzione generale del Ministero dei beni culturali del Guatemala, sono stati minuziosamente descritti nelle loro caratteristiche e classificati di rilevante interesse storico. Si tratta di una brocca in ceramica con tappo, di un vaso con beccuccio in ceramica con manico verticale a forma di staffa e beccuccio tubolare e di una brocca zoomorfa di forma sferoidale, rappresentante un uccello.

L’attività d’indagine che ha portato gli “investigatori dell’arte” all’individuazioni dei reperti è stata avviata nel 2020 e condotta e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze. È stato grazie alla segnalazione pervenuta dalla Soprintendenza bibliografica e archivistica dell’Umbria e al conseguente approfondimento scaturito dal controllo di un sito di vendite telematiche, nel quale erano pubblicate le immagini di alcuni antichi documenti archivistici inalienabili, a permettere agli investigatori del Nucleo Tpc dell’Umbria di eseguire un decreto di perquisizione nel negozio di un libraio antiquario fiorentino il quale, oltre ad avere nella disponibilità il materiale documentale ricercato, teneva anche esposti in una vetrina alcuni reperti archeologici. Alla richiesta dei carabinieri di fornire

la documentazione comprovante il legittimo possesso dei manufatti, il titolare del negozio ha

risposto che, trattandosi di una collezione privata, quei particolari oggetti non erano in vendita

ma solo esposti per “impreziosire” l’ambiente. Oltre ai documenti d’archivio, quindi, sono stati sottoposti a sequestro anche i tre beni archeologici che, grazie al successivo coinvolgimento degli uffici della rappresentanza diplomatica e delle istituzioni culturali del Guatemala, è stato possibile identificare e quindi giungere alla restituzione.