
Prima produzione al Todi Festival La sfida è “What’s your naim?“
"Una scommessa ardita che dà il senso della crescita del Festival in un momento di grande fermento per la città". Così il sindaco Antonino Ruggiano introduce la novità del Todi Festival che da domani al 3 settembre torna per l’edizione numero 37. Si tratta della prima produzione in cui la kermesse si cimenta, curandone tutti i dettagli, dall’ideazione all’allestimento con tanto di residenza artistica fino alla distribuzione, in Italia e all’estero. Ecco “What’s your naim?“ spettacolo di danza contemporanea e musica dal vivo che debutta in anteprima domenica alle 21 al Teatro Comunale e che ieri è stato presentato a Perugia dall’autore Edoardo Guarducci e dal coreografo Nyko Piscopo in rappresentanza della Cornelia Dance Company. Con loro il sindaco ed Eugenio Guarducci, direttore artistico per l’ottavo anno e papà dell’autore. "Di solito – dice Eugenio – presentiamo lo spettacolo inaugurale. Ma Iaia Forte, che domani proporrà il suo omaggio a Patrizia Cavalli, non è ancora in Umbria. E quindi raccontiamo direttamente il secondo spettacolo".
“What’s your naim?“, spiega Edoardo nasce da un gioco di parole ("è un problema di famiglia, dice con ironia") e "da un interrogativo provocatorio che fonde in un unico termine, “naim“, due parole: name (nome) e aim (goal, obiettivo)". Insomma è "un invito a riflettere ed allontanarsi dalle invadenza delle dinamiche sociali che ha trovato espressione creativa grazie all’incontro con la Compagnia Cornelia che ha tradotto il concept in atto scenico".
Alla danza contemporanea si è unito il progetto sonoro con le musiche composte da Inude, un trio elettro-pop. In scena ci saranno quattro danzatori, Eleonora Greco, Marta Ledeman, Marco Munno e Francesco Russo accompagnati dal live music performer Flavio Paglialunga, con Il disegno luci di Fabio Massimo Sunzini e Walter Gismondi. Scenografia e costumi sono di Atmo. "Lo spettacolo – spiega Nyko Piscopo – affronta un tema delicato e attuale, la ricerca della propria identità e nella coreografia abbiamo lavorato sulla caratterizzazione di quattro personalità a cui sono affidate altrettante sfumature dell’essere. E’ stata una grande sfida fondere diverse forme d’arte". Per questo, durante la performance il suono si fa vivo all’interno di una scenografia che rappresenta una “dimensione altra“ con cui l’uomo si confronta continuamente: "Senza trovare risposte ma solo domande".
Sofia Coletti