REDAZIONE UMBRIA

Processo-Posterna, niente revisione

La Corte d’Appello di Genova ha respinto il ricorso presentato dal geometra Valentini: ma lui non molla

Posterna; niente revisione del processo, ma il costruttore non tira i remi in barca e prepara subito il ricorso in Cassazione. Sono trascorsi circa sette anni da quando la Corte d’Appello di Firenze ha condannato in via definitiva sei persone, costruttori, progettisti, un dirigente ed un dipendente comunale per gli abusi edilizi rilevati su i due palazzi della Posterna. Una condanna ingiusta secondo il geometra Rodolfo Valentini, legale rappresentante della "Madonna delle grazie", la società che ha realizzato i due palazzi, perché a suo parere la Magistratura ha sbagliato.

Proprio questo motivo lo ha spinto a chiedere la revisione del processo, respinta la settimana scorsa dalla Corte d’Appello di Genova. In attesa di conoscere le motivazioni, però Valentini, assistito dal suo legale Manlio Morcella, sta già predisponendo il ricorso in Cassazione. "Ritengo che si possa chiedere la revisione del processo non solo per errori o nuove prove - afferma il geometra Valentini - ma anche per quelli che reputo comportamenti non corretti da parte di alcuni magistrati, al fine di contrastare enunciazioni fuori luogo". Ciò che afferma il costruttore sarebbe supportato da documentazione e nel luglio del 2021 ha addirittura denunciato i magistrati della Cassazione per calunnia nei suoi confronti. In particolare i magistrati, a proposito delle licenze edilizie relative ai due palazzi, scrivono che "egli non si è limitato ad eseguire un provvedimento amministrativo (come da sempre sostenuto nelle proprie difese), ma ha agito in base ad una interpretazione da lui stesso data alla norma urbanistica, semplicemente avallata, su suo impulso, dalla pubblica amministrazione, ma resta il fatto che il risultato dell’azione (la realizzazione dell’abuso edilizio) corrisponde esattamente alle proprie intenzioni, frutto, appunto dell’errore interpretativo". Secondo Valentini si è giunti alla sentenza a causa di una errata interpretazione delle leggi urbanistiche dei CTU.

Un errore che sarebbe costato caro non solo al costruttore, perché oltre alla condanna, sette anni fa la Corte d’Appello di Firenze ha disposto anche la demolizione degli immobili ritenuti abusivi. La Procura però ha concesso la soluzione alternativa alla demolizione passando la palla al Comune per individuare una soluzione. L’amministrazione nella persona del sindaco Sisti oltre due mesi fa aveva garantito di attivarsi per risolvere l’annoso problema in tempi brevi, ma al momento tutto tace.

Daniele Minni