REDAZIONE UMBRIA

Produzione con il vento a favore: "Crescita più alta della media . Tra i nodi, occupazione in calo"

I dati emersi dalla ricerca realizzata da Cna Umbria fotografano il trend positivo a Terni "Recuperato il Pil del 2019 prima del resto della regione. Il focus sulla manifattura: settore resiliente" .

Un momento della presentazione della ricerca Cna

Un momento della presentazione della ricerca Cna

TERNI Un’economia caratterizzata da un trend di crescita del valore aggiunto superiore alla media regionale, che le ha consentito di recuperare i livelli pre-pandemici in anticipo sul resto dell’Umbria, e contrassegnata dall’alta incidenza dell’industria, ma dove si conferma anche il ruolo strategico delle micro e piccole imprese. Sono i dati emersi dalla ricerca realizzata da Cna Umbria in collaborazione con il centro studi Sintesi, presentata ieri a Terni, che regalano una fotografia del sistema economico e imprenditoriale della provincia nel periodo 2019/2023. Lo studio, i cui risultati sono stati illustrati dal responsabile territoriale della Cna, Daniele Stellati, e dal Presidente della Cna di Terni, Mirko Papa, confermano alcune caratteristiche dell’economia ternana ma riservano anche qualche sorpresa. "I dati, innanzitutto, ci dicono che Terni ha già recuperato il Pil del 2019, quando il Covid non si era ancora manifestato. Li ha recuperati prima del resto dell’Umbria grazie a un trend di crescita del valore aggiunto superiore alla media regionale. Inoltre ci dicono che in tema di export nel 2023 le micro e piccole imprese dei settori del made in Italy hanno registrato un’espansione, sebbene non sufficiente in termini assoluti a compensare la perdita che invece, nello stesso periodo, ha colpito la metallurgia: un settore che, vista la presenza delle multinazionali, incide molto sui dati delle esportazioni, ma anche sulla composizione del tessuto imprenditoriale, caratterizzato per il 23% proprio dalla presenza dell’industria. In termini di valore aggiunto, attribuibile per il 69% alle imprese dei Servizi, con i suoi 5,6 miliardi di euro la provincia di Terni pesa sul totale regionale per il 24%. A livello pro-capite il valore aggiunto ammonta a 25.600 di euro, al di sotto della media nazionale (31.500 euro). L’unica nota dolente riguarda l’occupazione – continua Stellati – che ha fatto registrare un calo, con la perdita di circa 2mila addetti, rispetto al 2019. Anche il tasso di occupazione è inferiore a quello complessivo della regione (61% contro il 69%). A perdere occupati sono stati tutti i macro settori, dai servizi all’agricoltura, ad eccezione dell’industria".

Una certa stabilità caratterizza il numero delle imprese della provincia nel periodo 2019/2024, anche se è cambiato il peso dei vari comparti: infatti sono cresciute molto le imprese dei settori alloggio/ristorazione e costruzioni, mentre sono diminuite quelle del commercio e dell’agricoltura, anche se questi due settori continuano a costituire quasi la metà di tutte le imprese del Ternano. "L’ultima parte della ricerca è dedicata a un focus sulla manifattura – ha aggiunto Mirko Papa - e qui emergono particolari che differenziano l’economia del Ternano da quella della provincia di Perugia. Infatti la presenza delle multinazionali contribuisce a far sì che il contributo alla produzione di valore aggiunto che arriva dall’industria e, più in generale, dalla manifattura, è più alto rispetto alla media regionale, sebbene il numero complessivo delle imprese manifatturiere sia percentualmente più basso rispetto all’area del Perugino".